Tra rovine e terme: Afrodisia, Pamukkale e Hierapolis

Nel Luglio dello scorso anno (2013) abbiamo fatto un viaggio in Turchia.

La seconda tappa del nostro viaggio è stata Pamukkale: il fiabesco paesaggio delle fantastiche vasche termali in travertino e la fama dei resti della bella città romana di Hierapolis ci avevano sedotto a tal punto da rendere obbligatoria una tappa.
PamukkalePer arrivare a Pamukkale siamo partiti da Goreme (la nostra prima tappa è stata la Cappadocia) con un autobus della compagnia Pammukkale alle ore 19.45. Arrivo previsto 6.00, costo del biglietto 50 TRY a testa, il pullman era dotato di Wi-Fi (sulla carta). Partiamo, perfettamente in orario,“ già cenati”: visto l’orario della partenza abbiamo preferito anticipare il momento della cena che mangiare strippati in dei seggiolini.

Appena ci muoviamo constatiamo che la rete Wi-Fi non c’è la fa a sopportare le connessioni di tutti i dispositivi a bordo e così praticamente non funziona nulla, tranne whatsApp a sprazzi (anche durante il viaggio la situazione è rimasta invariata).

L’autobus è abbastanza nuovo e molto pulito. Ogni seggiolino è dotato di cuffie e di un piccolo schermo dove si possono vedere alcuni canali TV o un film, vi si può connettere la macchina fotografica o il cellulare per vedere le fotografie o ascoltare musica. Dopo mezz’ora dalla partenza ci fermiamo. Pausa Autogrill, per cenare (averlo saputo!). Avendo già soddisfatto questa necessità naturale ci guardiamo intorno e ci accorgiamo che l’Autogrill è abbastanza sui generis: pavoni, colombe, mucche, quaglie, capre, polli, tacchini, fagiani e chissà cos’altro che non ci ricordiamo, erano tenuti in vari recinti a fianco della struttura. Ci è venuto il dubbio che fosse una di quelle cose dal produttore al consumatore. In effetti all’interno vendevano uova di quaglia.Pamukkale

Ripartiamo subito e per la prima, ma non ultima, volta, ci offrono un tè/caffè/fanta/acqua, non siamo abituati ad un servizio di pullman di questo tipo e ne rimaniamo esterrefatti. Poi improvvisamente vengo presa dal panico: a bordo non c’è il bagno e ho appena bevuto un tè! Riprendo il controllo di me e provo a dormire. Fortunatamente le soste agli autogrill sono frequenti e del tè posso disfarmene tranquillamente strada facendo.

Improvvisamente alle 4 sento che mi stanno scuotendo per un braccio. Qualcuno urla “Pamukkale! Pamukkale!”. Siamo arrivati in anticipo. Non abbiamo ancora aperto gli occhi che già siamo fuori, in strada, anzi su una superstrada con altre persone prese alla sprovvista come noi. Sembra di essere ad un esercitazione delle squadre speciali. Ad attenderci una serie di dolmus. Arriviamo a Pamukkale dopo una mezzora circa (ci sembra ma date le nostre condizioni, non siamo sicuri) e veniamo invitati a sistemarci all’interno di un’agenzia da dove, quando capiscono che non siamo interessati a comprare nulla, ci cacciano.

Nel frattempo il sole ha iniziato a sorgere. Ci avviamo verso il nostro B&B (che avevamo visto mentre eravamo sul dolmus) e suoniamo speranzosi che la proprietaria fosse stata di parola quando aveva scritto che ci avrebbe aperto all’ora del nostro arrivo. Suoniamo più e più volte ma fino alle 8.30 non vediamo nessuno. AfrodisiaLa signora si era dimenticata di mettere la sveglia. Va bhe sono cose che capitano. Stanchi saliamo nella bella camera, ci diamo una rinfrescatina e dopo una mezzora siamo già fuori alla ricerca di un transfert per Afrodisia (rimaniamo due notti e preferiamo lasciarci Pamukkale e Hierapolis per quando saremo più riposati). Lo troviamo con partenza alle 9.30, a 30 TRY a testa, 10 in meno rispetto a quello che ci avevano proposto quelli dell’agenzia al nostro arrivo. Scopriamo che se prenotato il giorno prima possono passare a prendervi direttamente all’albergo. Durante il tragitto siamo stati così assorti dal tentare di comprendere le superstrade turche da dimenticare di riposarci un po’. La guida dell’autista era inoltre molto no rules, tra le sue specialità c’era la curava contromano. Arriviamo alle 11.30, abbiamo 3 ore di tempo, il pulmino Wolkswagen sarebbe ripartito alle 14.30. Optiamo quindi per un giro veloce anche se non possiamo non soffermarci a lungo nel fantastico stadio e nell’elegante boleuterion.

Lo stadio di AfrodisiaIl sito sorge su un terreno paludoso per questo le rovine si ergono in mezzo ai canneti, è poco frequentato ma interessante.

Per andare e tornare dal parcheggio dove arrivano i pullman è disponibile gratuitamente un servizio di trasposto su dei rimorchi trainati da un trattore. Durante il ritorno dormiamo con la testa ciondoloni. Finalmente B&B.

Prima di cena esploriamo un po’ il minuscolo villaggio di Pamukkale e ridiamo del fatto che credevamo fosse un luogo affollato di turisti. AfrodisiaPer le sue stradine non si avventura quasi nessuno. La maggior parte delle persone si ferma solo un giorno e va diretta alle vasche. Il paese è autentico, povero, accogliente e molto rustico. Un acquazzone ci sorprende e pone fine al nostro giro. Entriamo e ceniamo ottimamente presso il Kayas Restaurant (squisite Iman Bayildi) spesa modica 45 TRY (15 euro circa) in due.

La mattina freschi e riposati partiamo dopo l’ottima e abbondante colazione offerta dal B&B. Entriamo dal cancello ovest e paghiamo il biglietto di 20 TRY a testa (vasche e sito archeologico, per la piscina di Cleopatra è necessario acquistare un ulteriore biglietto di 32 TRY che visto il costo e la difficoltà di trovare un po’ di spazio nella piscina affollata abbiamo deciso di non comprare).

A piedi nudi (è obbligatorio camminare scalzi per non rovinare il castello di cotone) risaliamo le vasche.IMG_8017a

L’acqua termale perde il suo calore man mano che passa da una vasca all’altra, così seppure il luogo sia stato aperto da poco e sia quasi deserto attendiamo per fare il bagno. Il bianco del calcare e l’azzurro dell’acqua scintillano sotto il sole che sale sempre più in alto. Arriviamo in cima e iniziamo a visitare Hierapolis, il cielo ora è nuvoloso e il meteo ha messo pioggia nel primo pomeriggio, non vogliamo perdere tempo.

Hierapolis è una città ellenistico-romana, famosa in antichità per le sue sorgenti termali che si pensava avessero potere curativo. Per questo vi giungevano malati di ogni tipo che spesso però trovavano la morte in questo luogo. La città abbandonata nel VI secolo d. C. fu ricoperta dalle concrezioni calcaree della sorgente e solo recentemente è stata portata alla luce da alcuni archeologi italiani. Indimenticabile la necropoli, via del Frontino, l’arco di Adriano.Hierapolis

Molto bello il teatro, le mura, la porta, il Martyrion di San Filippo, in cima alla collina. La città è enorme e stanno continuando a scavare.

Abbiamo anche avvistato il Plotinium(!), dopo averlo cercato in lungo e in largo. Nel pomeriggio facciamo il bagno nelle vasche.

Quando usciamo facciamo un ultima passeggiata per le viuzze del villaggio: divani sul terrazzo o sul tetto, ragazzine che attraversano la strada correndo sistemandosi lo hijab, IMG_7947abarbieri con gli asciugamani logori messi ad asciugare sugli stendini di fronte alla vetrina che lascia intravedere una poltrona anni ’50 e forbici ancora più vecchie. Ben lontano (fortunatamente) da quella metà turistica e finta in cui credevamo di dover arrivare. Ancora una volta la pioggia ci sorprende. Fradici corriamo al B&B e ceniamo li. La mattina prendiamo il pullman alle 9.30, non prima di aver dato un ultimo sguardo a quel posto surreale.Pamukkale

 

Tra rovine e terme: Afrodisia, Pamukkale e Hierapolis

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2 Risposte a “Tra rovine e terme: Afrodisia, Pamukkale e Hierapolis”

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