Appena si intravedono i resti abbandonati della fortificazione, affacciati sulla parete scoscesa, non si può che avere un unico desiderio, raggiungerli ed esplorarli.
Chi ci conosce sa che amiamo proprio questo genere di posti così senza esitare ci siamo arrampicati sul faticoso e ripido sentiero che da Castel Firmian conduce a Castel San Gottardo.
LEGGI ANCHE: TRENTINO, UN WEEKEND TRA EREMI E CASTELLI
La fatica è largamente ripagata dalla singolarità del castello. L’accesso avviene attraverso una porta che sembra spuntare direttamente dalla roccia e a cui è affiancata una piccola edicola dedicata a Santa Lucia. Si accede in tal modo ad un lungo camminamento costeggiato da una cortina muraria su cui si aprono una serie di feritoie da cui è possibile ammirare il panorama. Un’altra porta poco più avanti è decorata con un affresco in cui ancora si vedono l’immagine di un drago e le corna di un cervo, stemma composito dei Metz-Krommetz. Questa seconda porta ci introduce nel castello vero e proprio, sulla destra si trova una costruzione che controllava anche lo stretto passaggio di accesso, mentre sulla sinistra si estende la grotta, il corpo di fabbrica centrale, residenza dei Conti Firman, poi noto anche come l’eremo e il muro di cinta. Addossati all’edificio si vedono le mura perimetrali della Chiesa di san Gottardo. Aggirandosi per i ruderi si possono ancora ammirare i resti della fonte d’acqua che si raccoglie in una vasca scavata nella roccia e un’elemosiniera, ormai privata dei pezzi di metallo che la chiudevano.
Nell’edificio che fungeva da residenza nobiliare si intravedono ancora alcune assi dei piani e l’impronta annerita di un vecchio camino.
Castel san Gottardo – Un po’ di soria
Castel San Gottardo fu costruito probabilmente prima del 1181, anno a cui risale il primo documento che fa riferimento alla fortificazione con il nome di Corona di Mez. Nel Rinascimento queste fortezze difensive, furono abbandonate in favore di residenze signorili più comode, proprio per questo i Niccolò Firman, marito di Dorotea, l’ultima erede dei Mez, fece costruire Castel Firman ai piedi di Castel San Gottardo.
Nel 1525-26 fu dotato di cannoni in occasione delle rivolte contadine.
L’attuale nome del Castello deriva da una chiesetta dedicata a San Gottardo che anche dopo l’abbandono della fortificazione continuò ad essere meta di pellegrinaggi, come testimoniato dai numerosi ex-voto rinvenuti durante gli scavi.
LEGGI ANCHE: MONTE ISOLA, NEL CUORE DEL LAGO D’ISEO
Castel san Gottardo e l’antica leggenda del basilisco
Una delle più antiche leggende del Trentino racconta che una volta abbandonato, proprio in questa grotta si installò un basilisco, una creatura leggendaria simile ad un drago, che si nutriva con gli abitanti della piana e gli animali. Fu proprio il conte Firmian che indossata l’armatura decise di affrontarlo servendosi di un secchio colmo di latte e uno specchio, che distrassero il drago, mentre lui lo infilò con la sua spada nell’unico punto in cui l’orrida bestia era vulnerabile: la pancia. Ma proprio mentre per esultare e mostrare la sua vittoria tentò di alzare il cadavere del drago sulla sua testa, una goccia di veleno gli colò fin dentro l’armatura e lo ridusse in cenere.
Nelle vicinanze di Castel San Gottardo
Nelle vicinanze di Castel San Gottardo si trova l’interessante Museo degli usi e costumi della gente trentina a San Michele all’Adige, in auto a circa 6 minuti. Il Museo, allestito in un antico castello, poi adibito a convento agostiniano e poi a Istituto Agrario, il museo nel suo percorso di tre piani illustra con ricostruzioni, utensili, macchinari e mobili la vita nel Trentino. Gratuito con la Trentino Guest Card.
Come arrivare a Castel San Gottardo
Castel san Gottardo si trova a Mezzocorona in provincia di Trento. Per raggiungerlo, una volta arrivati a Mezzocorona si deve dirigersi a Castel Firman, oggi abitato, situato in via del castello (basta scrivere Castel Firmian sul Google Maps). L’automobile va parcheggiata nei pressi del cancello aperto che conduce al castello. Una volta scesi dall’auto si deve oltrepassare il cancello e prendere il sentiero che parte subito dopo un paio di passi sulla destra, contrassegnato da segnali rossi e rossi e gialli. Il sentiero, poco marcato, sale fino a costeggiare delle reti di protezione dalla caduta massi. Oltrepassato quel punto si può proseguire a dritto, seguendo le strada che scende e poi torna a salire oppure seguire i segnali e andare verso destra, fino a che una grossa pietra con un segno triangolare rosso e giallo vi sbarrerà quasi la strada (vedi foto sotto la galleria fotografica), a quel punto dovete andare dritto (abbandonando i segnali) e non sulla destra, oltrepassata una zona con molte pietre franate il sentiero inizierà a salire vertiginosamente fino ad arrivare al castello.