Taj Mahal: la poesia dell’architettura

Taj Mahal: la poesia dell'architetturaUno dei monumenti più affascinanti e stupefacenti del mondo, tanto da essere ritenuto uno delle sette meraviglie del mondo moderno è il Taj Mahal, che si trova in India, vicino alla megalopoli di Delhi e più precisamente nella città di Agra. Visto che durante il nostro itinerario di 15 giorni in Rajasthan, siamo atterrati all’aeroporto internazionale di Delhi, non abbiamo potuto esimerci dal visitarlo.

Taj Mahal: la poesia dell'architettura

Il Taj Mahal è universalmente riconosciuto come il monumento più romantico del mondo, superiore anche al famoso balcone di Romeo e Giulietta a Verona ed è meta di novelli sposini oltre che di fidanzati e di moltissimi turisti indiani che vengono ad ammirare il miglior esempio di arte islamica indiana. Il mausoleo fu infatti costruito come estremo atto d’amore e d’addio dell’imperatore moghul del XVII secolo Shah Jahan per la sua seconda moglie nonchè favorita, conosciuta con il nome di Mumtaz Mahal, da cui il monumento prese il nome. Taj Mahal: la poesia dell'architetturaMumtaz Mahal morì dando alla luce un figlio dell’imperatore, durante una campagna militare nell’India del Sud, ben presto il marito decise che avrebbe costruito per la sua amata un monumento che non avrebbe avuto eguali, tanto che racconta la leggenda a fine dei diciassette anni dei lavori furono tagliate le mani ai capomastri, accecare i calligrafi e decapitare l’architetto, affinchè nessuno riuscisse a riprodurre una tal opera. Le maestranze, così come i materiali, erano giunte da tutta l’Asia, i migliori mosaicisti di Delhi, gioiellieri da Lahore, raffinati artisti dalla Persia e da Baghdad, dalla Turchia arrivò invece il creatore della gigantesca cupola.Taj Mahal: la poesia dell'architettura

Dopo pochi anni dalla sua edificazione, il suo ideatore Shah Jahan, fu incarcerato dal figlio e la capitale dell’impero fu spostata da Agra a Delhi, fu così che il Taj Mahal fu abbandonato e depredato delle sue sontuose decorazioni, fino a che agli inizi del XX secolo, anche grazie all’interesse di alcuni inglesi fu restaurato.

All’interno dei sarcofagi non si trovano più le salme che probabilmente furono nascoste.Taj Mahal: la poesia dell'architettura

La vista al Taj Mahal

Poichè si dice che il momento migliore della giornata per vedere il mausoleo sia l’alba o il tramonto ci eravamo organizzati per cercare di assistere al sorgere del sole, ma il tempo umido, nuvoloso e nebbioso e il ritardo del nostro autista ci hanno fatto mancare l’obiettivo. Nonostante ciò siamo arrivati verso le 7, i visitatori non erano ancora molti e direi che ce lo siamo potuti godere in relativa calma e tranquillità.

Per giungere alla biglietteria si deve camminare per poco più di un chilometro su una strada in via di piastrellamento, ai lati della stessa abbiamo visto le tende dove gli operai vivono per la durata dei lavori, cucinando su di un braciere improvvisato e spaccando le pietre che con pochi e sapienti colpi sono trasformate in mattonelle cubiche. Lungo la strada incontriamo scimmie e scocciatori. Alla biglietteria troviamo due file separate per gli uomini e le donne. Una volta fatto il biglietto, 1000 Rs a testa (13 euro circa), ogni visitatore dovrà passare sotto il metal detector (ancora una volta due file separate per uomini e donne) e le borse e gli zaini saranno perquisiti. All’interno infatti non è permesso portare cibo e bevande.Taj Mahal: la poesia dell'architetturaTaj Mahal: la poesia dell'architettura

Già dal portale di accesso si capisce quanto deve essere grandioso il mausoleo vero e proprio. man mano che ci avviciniamo incominciamo a vedere la candida sagoma del Taj Mahal incorniciato dalla rossa porta d’accesso. Un sogno. Dopo aver mostrato innumerevoli volte il biglietto iniziamo ad ammirare i regolari giardini solcati da canali e il Taj Mahal, di cui due minareti sono purtroppo in ristrutturazione, forse per ridurre l’ingiallimento o inverdimento causato dell’inquinamento e degli escrementi di una specie di zanzara. Raffinato, elegante, il Taj Mahal ci colpisce con tutto il suo fascino e più ci avviciniamo più i suoi particolari ci colpiscono. Le distinte e aggraziate lettere arabe ricoprono portali, archi e cupole diventando esse stesse una decorazione.Taj Mahal: la poesia dell'architettura

Non è possibile salire su una parte della piattaforma di marmo su cui poggia il monumento con le scarpe quindi si può procedere scalzi o usare i copriscarpe compresi nel biglietto che sono distribuiti all’ingresso ma anche in prossimità della piattaforma. Alle spalle del mausoleo si trova il fiume Yamuna, il più grande affluente del fiume Gange e da questa prospettiva insolita il Taj Mahal continua a stregarci con l’armonia delle sue forme e del suo candore. Ai suoi lati si trovano due moschee gemelle.

All’interno del Taj Mahal non è possibile scattare fotografie, l’aria è quasi irrespirabile e per questo il giro è molto veloce.

Come arrivare al Taj Mahal

Agra dista da Delhi 220 km, da Jaipur 232 km ed è ben collegata sia da autobus che da treni, la maggior parte dei quali parte dalla stazione ferroviaria Agra Cantonmet, anche se alcuni partono anche dalla stazione dell’Agra Fort. Fuori dall’Agra cantonmet c’è un’ufficio con autorisciò a prezzo fisso.Taj Mahal: la poesia dell'architettura

Noi arrivavamo all’aeroporto di Delhi alle 23.15 di sera quindi considerato anche il fatto che avevamo poco tempo a disposizione, abbiamo preferito usare ogni minuto disponibile ed invece di fermarsi una notte a delhi come suggeriva il buonsenso ci siamo fatti venire a prendere da un’auto con autista (cosa del tutto nuova per noi! Abbiamo contattato tramite internet la Tourist Drivers India) per farci portare ad Agra, alla città abbandonata di Fatehpur Sikri e al Chand Baori di Abhaneri.

Biglietterie del Taj Mahal

Ci sono tre ingressi al Taj Mahal: quello dalla porta orientale e occidentale, le cui biglietterie sono aperte dall’alba al tramonto e quello meridionale, la cui biglietteria è aperta dalle 8 alle 17.

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