Chi ci segue sa che per noi non è stato il primo deserto, nel 2012 siamo stati nel meraviglioso deserto rosso del Wadi Rum e nel 2016 abbiamo fatto una tragicomica esperienza del deserto del Thar, in India verso il confine con il Pakistan, quindi è indubbio che i deserti ci piacciano e che proprio non potevamo perderci l’opportunità di vivere il deserto più grande del mondo.
Una volta lasciataci alle spalle la città di Marrakech e superato l’Alto Atlante presso il passo Tizi N’
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Circondati da un paesaggio che lascia senza fiato, tra kasbah, ksar, villaggi di fango e paglia, montagne fatte d’una terra talmente rossa da sembrare che col tempo avesse assorbito l’iridescenza del sole, arriviamo a Merzouga, un piccolo villaggio turistico posto ai margini dell’Erg Chebbi, una distesa di alte dune dove per la prima volta conosciamo la sabbia del Sahara.
Appena arrivati come tutti gli altri viaggiatori e turisti partecipiamo ad una cammellata che ci condurrà a vedere il tramonto sulle dune e al campo tendato posto sotto una grande duna, dove trascorreremo la notte.
Il dromedario è senz’altro il modo migliore per assaporare le sfumature del deserto, per percepirne anche le più lievi sensazioni e così, in sella a questi maestosi animali, ci siamo avventurati tra la distesa di dune: i cui colori andavano dal giallo ocra al rosso corallo, scalandole e discendendole lungo sentieri ormai battuti.
Al tramonto tutto assume una colorazione ancora più particolare, la luce del sole inonda il deserto e quasi ci acceca ma un attimo dopo ci troviamo al buio, con il freddo pungente che già si fa sentire (primi di gennaio).
Ceniamo nel campo tendato, all’interno di una tenda scaldata da una mini stufina che ovviamente è al lato opposto rispetto al nostro tavolo, cerchiamo di scaldarci con la zuppa e il cous cous e appena viene acceso il fuoco ci fiondiamo per assorbirne il calore. Ma la notte è gelida (la temperatura scenderà nella notte fino a -6/7 gradi, così ci hanno detto) e il cielo stellato meraviglioso così decidiamo di lasciare il fuoco agli altri e ci avventuriamo in una meravigliosa passeggiata notturna tra le dune e il cielo. Non ci vuole molto per scaldarci in questo modo, i piedi ad un certo punto ci diventano addirittura caldi!! Quando torniamo al campo dopo quasi un paio d’ore siamo gli unici a non avere freddo, ci infiliamo nella nostra tenda e nei nostri sacchi a pelo, sotto un paio di calde e pesanti coperte e dormiamo tranquillamente fino all’alba del mattino dopo. Prima di partire alle 7 assistiamo allo spettacolare sorgere del sole dall’Algeria che lentamente restituisce i colori alle dune.
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Il gelo che patiamo durante la cammellata del ritorno è incredibile, nessuno dice una parola, il silenzio è quasi irreale, si sente solo il rumore del vento che gelido sferza contro i granelli di sabbia cancellando le impronte del giorno prima, come contro di noi. Capiamo come mai le carovane che attraversavano il deserto in antichità iniziassero la loro giornata camminando a fianco dei dromedari e non in sella.
Al nostro arrivo (dopo circa 1 ora e 20 minuti) ci aspetta una colazione imbandita su alcuni tavoli sulle dune inondate dal sole.
Vi consigliamo di non esaurire la vostra esperienza all’Erg Chebbi con una traversata in dromedario: a noi è piaciuto moltissimo passeggiare da soli su quel mare di sabbia, scalando le dune più alte che possono arrivare anche a 250 metri. La fatica è tanta ma lo spettacolo di vedere ai propri piedi quella distesa ondulata e da una parte il rosso altopiano che segna il confine con l’Algeria è indescrivibile. Scendere rotolandosi o correndo è stato divertentissimo! Abbiamo anche provato a scivolare lungo i versanti con un pezzo di nylon trovato semisepolto nella sabbia me l’effetto non è stato quello voluto. Purtroppo non abbiamo fatto sandboarding come nel Wadi Rum, ma abbiamo visto che alcuni cammellieri lo avevano portato dietro (purtroppo non il nostro).
Consigli Il deserto del Sahara e le dune dell’Erg Chebbi
Il periodo estivo è sconsigliatissimo per vistare l’Erg Chebbi e per fare la cammellata, il periodo ideale è quello che va da ottobre-novembre a marzo-aprile. Noi ci siamo stati a gennaio e come abbiamo scritto la notte e il mattino presto fa molto freddo, per cui vi conviene attrezzarvi bene, gente che era nel nostro stesso campo tendato ha patito veramente molto perchè non aveva portato abiti sufficientemente caldi. Vestitevi a strati.
Per la notte è consigliabile portarsi anche un sacco a pelo. Non dimenticatevi uno zaino più piccolo dove mettere le cose necessarie per la notte poichè in genere il bagaglio più grande non può essere portato con voi.
Portatevi un burro di cacao perchè le labbra si spaccano con quell’escursione termica.
Le dune in Marocco si possono vedere o dall’Erg Chebbi dove siamo stati noi (le dune sono alte e imponenti ma è un poco più frequentato, anche se noi non l’abbiamo trovato così turistico) e Erg Chigaga presso M’hamid con dune molto più basse ma meno frequentato.
Mentre eravamo lì abbiamo notato che nei pressi di Merzouga c’è un villaggio Hassilabied dove potrebbe essere interessante cercare una sistemazione per la notte, di fronte ad esso infatti le dune sembrano molto meno frequentate.
Noi abbiamo dormito una notte nel campo tendato e una notte a Merzouga in un riad vista duna e palmeraia.