Jaisalmer, la città alle porte del deserto

Jaisalmer, la città d’oro nel deserto L’ultima città indiana prima del temibile deserto del Thar, posto sul bollente confine tra India e Pakistan, porta l’esotico nome di Jaisalmer, la città d’oro, chiamata così perchè costruita con quella sabbia che sotto il sole cocente sembra diventare color del miele. Un altro motivo per questo nomignolo è che grazie alla gestione dei pericolosi traffici lungo le vie carovaniere che collegavano l’India con gli stati dell’Asia centrale, i mercanti e gli emissari del marahaja si arricchirono a tal punto che nella città sorsero ricche e sontuose haveli.Jaisalmer, la città d’oro nel deserto - il forte

Dal 1947 le vie carovaniere furono abbandonate a causa dello sviluppo dei trasporti marittimi e del porto di Bombay, ma lentamente Jaisalmer è tornata a respirare l’antico splendore, a causa delle tensioni con il Pakistan infatti sono state costruite strade ferrovie che l’hanno collegata al resto dell’India, ponendo fine al suo isolamento e favorendo l’arrivo dei turisti.

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La città d’oro è famosa soprattutto per il suo splendido forte medievale che si erge sul giallo del deserto e della steppa desertica. Jaisalmer, la città d’oro nel deserto - mercatoLa fortezza sembra un enorme castello di sabbia, i suoi bastioni arrotondati le donano qualcosa di armonico. All’inteno delle spesse mura si estende la città vecchia con le fogne a cielo aperto, viuzze intricate,  stupende haveli, le botteghe artigiane e abili venditrici di cavigliere e braccialetti. Quando si entra dalla porta si ha quasi l’impressione di intrufolarsi in un passato medievale, un po’ come ci era successo esplorando l’immensa medina di Fez, in Marocco. Salendo per le strette stradine si trova la prima imponente porta del forte e si intravedono le elaborate facciate e i balconi finemente cesellati. Anche qui si trovano alcuni ristoranti (vi consigliamo Free Tibet) e negozi artigiani e di souvenir. Jaisalmer, la città d’oro nel deserto

L’ingresso al forte costa 400 Rs a testa più 300 Rs per la macchina fotografica. L’interno è molto bello (meno di quello del City Place di Udaipur) e c’è un caldo soffocante, probabilmente le prese d’aria che venivano costruite nei palazzi sono state coperte. Visitiamo gli alloggi della regina e del marahaja, saliamo scalinate tortuose ed anguste, ammiriamo alcuni oggetti dell’ultimo marahaja e saliamo sulla terrazza che domina tutta la città.

All’interno delle mura si trovano sette templi giainisti, abbelliti da splendide statue bianche.Jaisalmer, la città d’oro nel deserto - la città vecchia

Mentre torniamo verso il basso ci fermiamo a visitare la spettacolare Patwa Haveli, sontuosa e raffinata dimora tradizionale. All’interno cartelli e strumenti illustrano la destinazione originaria delle stanze, l’attenzione ai particolari è quasi maniacale. Assolutamente da visitare.

Il mercato è costituito solo da pochi teli colorati buttati per terra, sui quali viene disposta la frutta e la verdura; le vacche al solito ciondolano liberamente abbacchiate dal caldo in compagnia di capre e maiali .Jaisalmer, la città d’oro nel deserto - Gadisar Lake

Ma la modernità sta piano piano entrando nella vita quotidiana di questi uomini e queste donne e ce ne accorgiamo per le estenuanti file che si formano agli sportelli ATM di prelievo e deposito, verso le dieci di mattina.

Appena fuori dalla città si trova il Gadisar Lake, un laghetto artificiale sul quale sono stati costruiti dei tempietti giainisti, di cui alcuni proprio sull’acqua; altri invece sono stati edificati sulla rive del lago e sono corredati dai gath. Un tempo questa era una delle riserve idriche della città. Per trovare un po’ di calma, fuori dalla città vecchia vi consigliamo di venire qui. Una monumentale porta che si dice fu fatta costruire da una prostituta vi indicherà che siete arrivati nel posto giusto. È possibile noleggiare una barca per fare il giro del lago, 30 minuti, 100 Rs. Mentre ci stavamo riposando seduti su un gath, due ragazzi hanno noleggiato uno scalcagnato pedalò a forma di cigno, la scena aveva veramente un che di comico.

A causa di una grave indisposizione di entrambi che ci ha tenuto un giorno chiusi in camera (ve parleremo meglio in seguito) non abbiamo potuto visitare il cenotafio di Bada Bagh, un oasi a soli 6 km da Jaisalmer. Dalle notizie che avevamo raccolto il luogo è poco frequentato e molto affascinate, soprattutto al tramonto.Jaisalmer, la città d’oro nel deserto - particolare dalla fortezza

Jaisalmer vista la sua vicinanza al deserto è il luogo ideale per partire alla sua scoperta con un tour giornaliero o di più giorni. È possibile anche fare un’escursione di mezza giornata con tanto di cavalcata a dorso di cammello per godersi il tramonto tra le dune. In genere le dune visitate sono quelle di Sam, molto turistiche, meno frequentate sono invece le dune vicino al villaggio di Khuri. Noi durante la nostra sfortunata escursione abbiamo visitato le dune di Khuri. Jaisalmer, la città d’oro nel deserto Nel villaggio si trovano alcune guesthouse che permettono ai turisti di sperimentare la vita in una capanna, le camere infatti sono in capanne di fango con il tetto di arbusti. Il villaggio di Khuri è abbastanza desolato, la maggior parte delle abitazioni è edificata con blocchi in cemento, intorno alle quali si aggirano bambini malvestiti e cammelli.

Dove alloggiare a Jaisalmer

La scelta della guesthouse o dell’hotel a Jaisalmer non va presa troppo alla leggera infatti seppure molti turisti si ostinino ad alloggiare all’interno dl forte, nella città vecchia, questo costituisce un problema per la stessa sopravvivenza della città: l’uso più abbondante dell’acqua per le necessità dei turisti ha infatti causato non pochi problemi tra cui alcuni crolli nel forte, per cui è decisamente consigliabile trovare una sistemazione fuori dalle mura, in considerazione del fatto che sarebbe assurdo andare a visitare una città richiamati dalla sua bellezza e nel frattempo contribuire a distruggerla. Jaisalmer, la città d’oro nel deserto Dall’esterno della cerchia muraria inoltre si gode in genere di un’ottima e spettacolare vista sulla fortezza. Noi abbiamo alloggiato presso il Gaji Hotel Jaisalmer (12 euro a camera), che ha una terrazza panoramica stupenda, moltissimi servizi e una buona cura dei particolari, tranne che la pulizia.Jaisalmer, la città d’oro nel deserto

Come arrivare a Jaisalmer

A Jaisalmer si trova un aeroporto che però momentaneamente è chiuso a causa delle tensioni tra India e Pakistan. Jaisalmer è collegata con treni e autobus con le principali città del Rajasthan come Udaipur, Pushkar, Jodhpur, Bikaner. Con Delhi è attivo anche un treno notturno. Se vi spostate durante la stagione delle piogge tenete presente che il mezzo più “sicuro” è l’autobus. Noi dovevamo andare a Jodhpur con il treno delle 6.45 ma una volta arrivati alla stazione il treno era stato cancellato, mentre i pullman sono partiti regolarmente. In genere gli autobus sono anche un poco più veloci.

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2 Risposte a “Jaisalmer, la città alle porte del deserto”

  1. Ciao, bell’articolo. Solo una precisazione: le code che avete trovato ai bancomat a novembre non sono il frutto della “modernità” bensì il risultato della politica di demonetizzazione azionata improvvisamente una sera di novembre, via telegiornale, dall’attuale Primo Ministro Modi che ha deciso di mandare fuori corso tutte le banconote da 500 e 1000 rupie. Ergo abbiamo dovuto far la corsa in banca a depositare il denaro e cercare le nuove banconote. A distanza di quasi 3 mesi la situazione è migliorata ma non completamente, di conseguenza a Jaisalmer come in altri centri minori, si doveva fare 10 ore di fila per riuscire a ritirare qualche rupia per poter mangiare….non la chiamerei modernità.
    A presto.
    Susanna

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