Il potere del Mutabbal

È un martedì d’agosto sono le 18, i nostri stomaci brontolano, la luce dorata entra nella cucina e d’improvviso ci ricordiamo l’ultima sera ad Amman, oramai siamo tornati da tre settimane dal nostro giro in Giordania e la nostalgia si fa sentire.

Dire che quella sera avevamo fame è un eufemismo, avevamo lasciato la camera nella mattinata quindi non avevamo potuto rintanarci lì per mangiare il nostro ormai solito pane e pomodoro. Durante il Ramadan non è semplice mangiare ad Amman e per di più mangiare durante il giorno ci rovinava il magico momento dell’iftar.

Hashem Restaurant, Il potere del Mutabbal

Verso le sette di sera andiamo a prendere il tavolo in un magnifico e molto economico ristorante locale (Hashem Restaurant) con cui avevamo preso dimestichezza nelle sere precedenti (i tavoli sono molto ambiti e quindi è d’obbligo presentarsi presto, se non si vuol aspettare il “secondo turno”). Il difficile è districarsi tra i piatti che ti lasciano sulla tavola e quelli che invece tu vorresti in quantità maggiore che rimangono sui loro vassoi. Volevamo il mutabbal per forza, l’avevamo assaggiato a Wadi Musa e non l’avevamo più lasciato, ma questa sera durante il giro dei piatti rimaniamo senza. Il muezzin canta nel silenzio generale, ci guardiamo intorno, tutti mangiano e bevono, iniziamo anche noi.

La nostra ultima sera in Giordania se ne è andata così senza il piatto a base di melanzane che ci aveva conquistato. Stasera quando ci guardiamo ci ricordiamo di quella voglia di mutabbal e decidiamo di cucinarcelo.

Facciamo una ricerca su internet e troviamo un po’ di ricette. Ne scegliamo una ed iniziamo ad eseguire.

Prendiamo due melanzane le laviamo e le mettiamo in una leccarda (la teglia piatta del forno, per intendersi) e le facciamo cuocere a 160° per 80 minuti.

Quando sono cotte le svuotiamo (bellissimo, le bucce sembrano gusci) e mettiamo il ripieno in una terrina, ci spremiamo un limone, aggiungiamo un po’ di prezzemolo (va bene anche la menta), uno spicchio d’aglio spaccato, aggiungiamo due cucchiai di salsa di sesamo (Tahina), che abbiamo trovato al supermercato qualche giorno fa, un po’ di yogurt intero e lasciamo raffreddare, non molto in verità: sono tre settimane che bramiamo questa delizia. Immergiamo il pane nella salsa e lo assaggiamo…il sapore è tremendo e neppure lontanamente vicino a quello che volevamo… controlliamo le ricette su internet e in effetti andava aggiunto anche lo yogurt intero (che non abbiamo) e dovevamo fermarci ai due cucchiai di Tahina delle indicazioni. Evidentemente non è ancora arrivato il momento di saziare la nostra voglia di mutabbal, ci riproveremo sicuramente: questo capitolo non è ancora chiuso. Fatto sta che dopo cena ci sembra veramente di essere tornati alla nostra ultima sera ad Amman.

Il potere del Mutabbal

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Una risposta a “Il potere del Mutabbal”

  1. ahahah! Ma allora neppure voi ci siete riusciti :P! non sapevo che nella ricetta ci andasse lo yogurt, io ho provato senza. Il mio problema era che avevo messo troppo tahina…devo riprovare pure io!!!ciauu

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