In Toscana c’è un paese invisibile e non è frutto della mente di Marco Polo, ma è un paese che esiste davvero e anche se è invisibile tutti possono visitare. Vi abbiamo confuso?
Proviamo a fare un po’ di chiarezza. Il paese di Lucchio è arroccato sulla montagna che domina la valle del torrente Lima, al confine tra la provincia di Lucca e quella di Pistoia ed è talmente addossato alla ripida parete rocciosa che è praticamente inavvistabile fino a che non gli si giunge sotto. Si dice che sia il borgo più nascosto della Toscana. Si racconta che Lucchio è talmente in pendenza che i contadini dovevano legare un sacchetto alle galline per impedire che le uova rotolassero a valle.
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Rifugio ideale per sfuggire ai nemici, il suo castello sovrasta le abitazioni ed anch’esso è invisibile. Anche dal paese infatti spesso non si riesce a scorgerlo. Le origini del castello sono da ricercare nell’antichità quando i Liguri occuparono la zona ma l’edificazione del castello così come appare dai resti, è da imputare alla Contessa Matilde di Canossa. Oggi ci si può arrampicare fino in cima alla rocca attraverso un sentiero che parte dall’inizio del paese. Da lassù avrete una splendida visuale e sarete scossi dal forte vento. Nel XVI secolo un ingegnere olandese, forse vista l’abbondanza di vento, costruì un mulino a vento con lo scopo di rendere il castello autosufficiente in caso di assedio.
Ma Lucchio non è famoso solo per essere invisibile ma anche perchè è un paese praticamente disabitato. In Toscana i paesi abbandonati abbondano: quelli che erano borghi brulicanti di vita ad un certo punto si svuotarono e di loro rimangono solo le costruzioni che come gusci vuoti ricordano i tempi che furono. A Lucchio si gira per le strette vie e le scalinate che collegano le diverse parti del paese e non si rischia di incontrare nessuno. Solo d’estate le strade si popolano di alcuni vacanzieri che hanno restaurato una casa in pietra grigia e vengono a godere della tranquillità, del fresco e dei panorami. Mentre passeggiamo incontriamo la chiesa e il vecchio edificio postale con la buca delle lettere in marmo sotto una finestra e in alto il cartello che indica la possibilità di telefonare, dopo un po’ arriviamo alla vecchia porta del castello, recentemente restaurata ma che emana ancora il suo fascino medievale.