Benvenuti a Mostar

MonstarArriviamo a Mostar da Sarejevo un afosissimo pomeriggio di agosto, il paesaggio è decisamente cambiato, i boschi che circondano la capitale della Bosnia hanno ceduto il passo a colline brulle e riarse dal sole. La guerra fratricida che ha funestato questo piccolo stato è finita da 15 anni, ma le ferite da essa provocate sono ben visibili; palazzi sventrati, crateri di esplosioni,  interi edifici con ancora i segni dei colpi delle mitragliatrici sono presenti ovunque. Ma la vita va avanti e l’inventiva bosniaca ha trasformato i bossoli delle armi leggere in souvenir per i turisti, le ogive delle bombe sono vasi per i fiori e le tende per occultare i veicoli sono ottime per dare un po’ di sollievo alle capre. Ero già stato a Mostar da bambino con i miei genitori e il ponte mi aveva a tal punto affascinato che tuttora ricordo quel giorno, ma purtroppo quello che abbiamo visto non è l’originale che è andato distrutto da un folle bombardamento durante la guerra nei balcani. Eccolo: è sempre affascinante e a dirla tutta non si nota che sia  stato ricostruito, sembra solo ben ristrutturato, questo grazie ad un oculato progetto che ne ha permesso la ricostruzione con tecniche e materiali in uso nel XVI secolo. Immancabili i tuffatori che dopo un’offerta si buttano dai suoi 24 metri nel gelido fiume ai suoi piedi (noi, come ormai sapete, siamo tirchi e quindi niente tuffo personalizzato) . Scendiamo ai piedi del ponte, c’è una “spiaggetta” con un bar, ottimo punto di vista sia sui tuffatori “professionisti” sia sui ragazzotti che come indemoniati si tuffano e si rituffano a ripetizione da altre piattaforme lungo il fiume per poi farsi trascinare lontano dalla corrente fortissima della Neva.

Monstar

 

Siccome  poi penso di essere ganzo decido di buttarmi anch’io (i ragazzotti sembravano divertirsi un casino), allora prendo e mi tuffo nel fiume sotto lo sguardo poco convinto dell’ altra rintronauta e dopo qualche bracciata schizzo fuori come inseguito da un branco di piraña a causa della temperatura sotto zero dell’acqua. Pochi intensi minuti di bagno con una scenografia unica alle mie spalle. Per cena, se state un solo giorno vi consigliamo di andare in uno dei ristoranti affacciati sul canyon dove scorre il fiume così da poter ammirare il ponte sapientemente illuminato,  se invece volete mangiar bene andate al  Cevabdinica Tima-Irma che pur avendo un nome impronunciabile, offre cucina tipica bosniaca, e si trova sulla strada che porta al ponte, la proprietaria/cameriera è un turbine: sposta tavoli (pesantissimi per altro) sedie e persone per far posto a tutti e si crea una simpatica atmosfera tra i commensali.Monstar

 

Mostar oltre al ponte ha un centro storico ben tenuto e carino ed è un ottima base per esplorare i dintorni come il piccolo monastero derviscio di Tekija e il vicino paese di Blagaj e la sua rocca in rovina o l’isolato e affascinante  parco archeologico di Daorson.vicinanze di Monstar

 

Importante:  noterete tra le bancarelle più o meno abusive un souvenir particolare: targhe di auto (di tutte le nazionalità). Ecco tenete presente che quella targa potrebbe essere la vostra,  state attenti perché passare le frontiere senza targa è complicato come è complicato fare una denuncia per furto in lingua slava, come ben sanno i nostri amici che erano con noi.

Benvenuti a Mostar

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