Il torrente Bidente di Pietrapazza: l’altra Romagna

Il torrente Bidente è stato il terzo fiume balneabile che abbiamo esplorato durante la nostra intensa tre giorni sull’Appennino Tosco-Emiliano al limitare delle foreste casentinesi.

In estate spesso si tende ad associare l’Emilia Romagna alla famigerata riviera, al turismo di massa, alle file interminabili di ombrelloni colorati su spiagge tutte uguali con la musica sparata a palla. Ma esiste un’altra Emilia-Romagna così vicina geograficamente e così lontana formata da splendide vallate, pascoli e boschi incontaminati dove scorrono splendidi torrenti montani che con la loro forza scavano e modellano l’ambiente.
Bidente di Pietrapazza

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Una di queste meraviglie è sicuramente il torrente Bidente che scorre al limitare del Parco Nazionale Foreste Casentinesi in una remota (ma non troppo) valle all’ombra di un ombroso bosco, formando innumerevoli pozze e piscine naturali tuffandosi da splendide cascate. Il Bidente è un fiume piuttosto conosciuto da quelle parti quindi può darsi che le zone più rinomate siano prese d’assalto d’estate, soprattutto durante i fine settimana ma il torrente offre talmente tanti punti dove distendersi e farsi un bel tuffo nelle sue fresche acque che non avrete difficoltà a trovare un posticino solitario.Bidente di Pietrapazza

COME RAGGIUNGERE LE PISCINE NATURALI SUL BIDENTE:

La nostra giornata è dedicata al corso del Bidente a sud della cittadina di Santa Sofia (FC) che offre quattro punti principali da cui partire per godersi il fiume: per raggiungerli bisogna prendere la strada che collega Santa Sofia a San Piero in Bagno percorrerla circa 1,5 km e svoltare al bivio per Poggio Alla Lastra, Ca’ di Veroli, Mulino di Culmolle.

Il primo luogo che abbiamo deciso di visitare è stata la cascata presso il Mulino di Culmolle dove le acque del Bidente si tuffano da un muraglione alto una decina di metri. Forse a causa dei forti temporali di un paio di giorni prima l’acqua risultava un po’ torbida e essendo mattina la cascata e la piscina ai sui piedi rimanevano in ombra quindi abbiamo deciso di ripartire dopo poco. Le indicazioni per il mulino si trovano molto bene: il bivio è a circa 2,5 km dall’inizio della strada e vi si giunge dopo altri 1,5 +km. Parcheggiate nello spiazzo a destra non appena vedete il ponte con le assi di legno (NON lo attraversate in auto), proseguite a piedi tra gli edifici del mulino, oggi agriturismo e scendete a sinistra nel viottolo prima dell’ultimo edificio, la cascata sarà di fronte a voi.Bidente di Pietrapazza

Il secondo punto dal quale vi consigliamo di scendere al fiume Bidente è chiamato Ponte di Pietrapazza. Raggiungete e superate la località Poggio Alla Lastra (i navigatori la trovano), dopo un km troverete un’altra località (il Poggiolo), da qui proseguite 400mt e parcheggiate sullo spiazzo alla vostra sinistra. Da lì parte il sentiero 217 che in 10 min a piedi vi porterà a un ponte in pietra sotto il quale si può nuotare in alcune invitanti piscine naturali.Bidente di Pietrapazza

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Il terzo luogo dove tuffarsi è stato il nostro preferito, un magico anfiteatro di roccia scavato dal torrente con due meravigliose piscine naturali in cui il Bidente si tuffa con due cascatelle gorgoglianti. Non si vorrebbe più venire via!!! Il sentiero di accesso è appena 300mt dopo quello del precedente paragrafo, anche qui c’è una comoda piazzola dove parcheggiare.Bidente di Pietrapazza

L’ultimo accesso al fiume che abbiamo provato è 500 mt circa ancora più avanti verso Ca’ di Veroli. Qui essendo ormai sfiniti da tuffi e nuotate nell’acqua fresca ci siamo limitati a un giretto veloce. Questa zona era la più affollata di auto e a nostro parere la più indicata per ritagliarsi un angolo di solitudine grazie alle innumerevoli pozze e piscine lungo il Torrente che qui si restringe e scorre più veloce. Di contro i sentieri per raggiungerlo sono più scoscesi e scivolosi, quindi non adatti a tutti e se non si conosce il posto si rischia di complicarsi la vita per cercare una pozza solitaria che magari non troveremo mai.

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