La città di Jaipur fu costruita da Jai Singh II (da cui prese il nome) che in seguito alla decadenza moghul decise di trasferirsi dal suo forte in una città: fu così che nel 1727 iniziarono i lavori per l’edificazione di Jaipur, secondo i dettami dell’architettura hindu.
Siamo arrivati esausti reduci da una notte insonne e dalla visita al Taj Mahal, a Fatehpur Sikri e al Chand Baori (leggi anche itinerario di quindici giorni in India (Rajasthan)) e la prima sera non abbiamo avuto le forze neppure per mettere il naso fuori dalla nostra camera al Tara Niwas, una sistemazione dignitosa e dalla pulizia soddisfacente.
Come vi accorgerete immediatamente dopo il vostro arrivo, Jaipur è caotica e frenetica, ovunque stanno facendo lavori: alle fognature, alle strade, ai marciapiedi. Fuori e dentro alla cerchia muraria che circonda la città vecchia e i suoi bazar lungo le principali strade vediamo i paria o dalit, come sono chiamati qui, accampati ai margini delle strade o sui pochi marciapiedi presenti, con tende costruite con materiali di fortuna e i loro bracieri fuligginosi e spesso fumanti. Anziani, adulti e bambini si stipano sotto un sudicio e logoro telo per ripararsi dalla pioggia o dal sole, in mezzo agli schizzi di fango, alla cacca delle tante vacche libere per le strade e agli enormi cumuli di immondizia che si trovano ogni cento metri (leggendo il giornale scopriamo in seguito che è in corso uno sciopero dei netturbini, anche se i cumuli di sudici sono una regola in India). Seppure abbiamo cercato di prepararci psicologicamente a queste scene, non si è mai preparati abbastanza, già solo il sistema delle caste ci sembra così inconciliabile con il nostro pensiero occidentale, figurarsi vedere le condizioni in cui vivono questi fuori casta, costretti a lavare i propri bambini nelle enormi pozze d’acqua che si creano dopo le forti piogge. L’India ci appare così con tutta la sua forza e le sue contraddizioni nella nostra prima mattinata a Jaipur e siamo ben consapevoli che questo sarà solo l’inizio. Essendo ancora scortati dal nostro driver Vinod (Tourist Driver India), che ci accompagnerà per i primi 4 giorni, non abbiamo bisogno di chiamare risciò o taxi e ci muoviamo con lui. La mattina in India i bazar sono chiusi, così ci dirigiamo subito a visitare le due maggiori attrazioni di Jaipur: il City Palace e il Jantar Mantar.
Il City Palace (250 Rs a testa, 250 Rs per la macchina fotografica) è un enorme palazzo dove ancora risiede il Maharaja, solo una parte delle sue stanze e dei suoi cortili sono accessibili, ma bastano per capire la sontuosità e la ricchezza del luogo e quindi dei maharaja: raffinate decorazioni e eleganti dettagli vi accompagneranno per tutta l’esplorazione. All’interno ci sono esposizioni di armi da cerimonia, alcune con splendidi intarsi (nella stanza della regina), di costumi reali e splendidi scialli (palazzo del Benvenuto).
Poco distante dal City Palace si trova il Jantar Mantar, splendido osservatorio astronomico costruito dal fondatore della città Jai Singh II, che oltre ad essere un abile guerriero era anche un ottimo astronomo. Fu proprio per questa sua passione verso le stelle e il cielo che fece costruire questa singolare struttura che non potrà attirare la vostra attenzione. Inizialmente tutti gli enormi strumenti in muratura come le meridiane vi sembreranno solo delle gigantesche sculture che si protendono verso il cielo, ma poi leggendo i pannelli esplicativi sarà possibile capire la loro effettiva funzione nella misurazione degli astri e nel calcolo dei diversi fenomeni astronomici tra cui le eclissi.
La maggior parte dei turisti che incontriamo sono indiani, forse perchè siamo nella stagione dei monsoni. Alcuni, come accade spesso in India ci fermano per farsi un selfi con noi in quanto occidentali.
Prima di girare liberamente per la città il nostro driver ci chiede se vogliamo vedere come si fabbricano le famose stoffe di Jaipur e così ci porta in un negozio dove senza obbligo di acquisto (ci eravamo raccomandati) vediamo la tessitura delle stoffe fatta con telai manuali e la loro decorazione con i timbri e le tinture naturali, un’esperienza molto interessante.
Infine dopo aver declinato l’offerta di visitare anche una fabbrica di gioielli (ci pareva troppo!) ci facciamo riportare in centro per goderci la città.
Le case della città vecchia sono tutte dipinte di rosa, come anche il bizzarro palazzo di Hawa Mahal perchè nel 1876 il maharaja Ram Singh li fece dipingere di questo colore simbolo di ospitalità in occasione della visita del Principe del Galles, in seguito visto che il colore piaceva tanto alla moglie del maharaja l’ordinanza fu prolungata e Jaipur è ora nota con il nome di città rosa. Sotto i portici degli edifici del centro si trovano negozietti e bancarelle, uno affianco dell’altro. Ogni tanto in mezzo a quel caos si apre una scalinata o una porta da cui si accede ad un piccolo tempio, paradiso di pace e tranquillità in mezzo al risuonare dei clacson. Sulla strada principale si trova appunto il più famoso palazzo di Jaipur: Hawa Mahal, il palazzo dei venti, con le sue finestre traforate costruite per permettere alle donne di vedere il via vai della strada principale senza essere viste dall’esterno e per far entrare le piccole correnti d’aria che avrebbero portato refrigerio dal caldo umido. Visto che ci hanno consigliato di non entrare questo palazzo ce lo guardiamo solo da fuori.
Ci perdiamo tra i portici, tra gli odori e le mercanzie del centro: chi ci saluta solo per il piacere di farlo, chi cerca di venderci braccialetti e mattarelli… sicuramente Jaipur è un ottimo luogo dove fare acquisti, ma essendo la nostra prima vera tappa, rimandiamo. Rimaniamo colpiti dalla presenza lungo le strade di persone che prestano la loro opera agli analfabeti dietro antiquate macchine da scrivere.
Entriamo in qualche minuscolo tempio da cui possiamo ammirare il panorama sulle strade trafficate e sulle scimmie che si arrampicano sui palazzi, godendoci la semplicità di questi luoghi, e in questa semplicità iniziamo a sentire la magia dell’India.
Nelle vicinanze di Jaipur si trova il superbo Amber Fort, imperdibile e lungo la strada che conduce dal forte alla città, a circa 4 km da Jaipur si trova il fiabesco Jal Mahal o Water Palace, costruito in mezzo al lago Man Sagar, il palazzo era la residenza estiva del maharaja, oggi sede di un hotel di lusso per cui è possibile ammirarlo solamente dall’esterno. Purtroppo a causa della fortissima pioggia non siamo riusciti a fotografarlo.
Per la nostra esperienza due notti sono sufficienti per Jaipur (abbiamo visitato l’Amber Fort il giorno della nostra partenza).