Dell’incontro con una nomade del deserto ed altre amenità intorno a Merzouga

Non prendetemi per matta se vi dico che nel deserto oltre che passeggiare sulle dune, cavalcare un dromedario, ammirare le sfumature della sabbia in base alla diversa inclinazione dei raggi del sole e rimanere annichiliti di fronte allo splendore del cielo stellato, ci sono da fare molte altre cose, soprattutto se vi trovate nei dintorni di Merzouga presso l’Erg Chebbi, in Marocco.

Vi abbiamo già raccontato la nostra entusiasmante esperienza sulla “sabbia” dell’Erg Chebbi nel post Il deserto del Sahara e le dune dell’Erg Chebbi, in questo post vi vogliamo raccontare invece le altre cose da fare intorno a Merzouga, alcune delle quali hanno colpito in modo profondo il nostro immaginario.

Premetto che abbiamo potuto fare alcune di queste esperienze di cui vi parlerò grazie alla nostra guida Rachid di TourinMarocco e al suo 4×4.nomadi, intorno a Merzouga

Nei dintorni di Merzouga

L’incontro con una nomade del deserto

Mentre sfrecciavamo sulle piste lungo il perimetro dell’Erg Chebbi, poco dopo aver offerto il nostro aiuto ad un signore il cui motorino aveva una gomma a terra, abbiamo attraversato una zona del reg in cui a debita distanza le une dalle altre, si trovavano le tende di circa un paio di clan di nomadi del deserto. Itinerario di una settimana da Marrakech al desertoEcco, se c’è una cosa che mi ha sempre affascinato sono proprio i nomadi, soprattutto quelli che continuano ad esserlo ai giorni d’oggi, i cui orizzonti sono limitati dai confini nazionali e i cui percorsi sono ormai ben differenti da quelli dei loro antenati. Chissà, se un giorno le frontiere del Maghreb dovessero riaprirsi, saprebbero quali strade ripercorrere; purtroppo le culture orali (e non solo) sono così fragili che basta poco per cancellarle.

Ad un certo punto la jeep si è arrestata presso l’ultimo di questi accampamenti, il più distante da tutti gli altri. Le due falde di una bassa tenda fatta di peli di cammello, un ottimo isolante termico, nascondevano tappeti e cuscini destinati agli ospiti, per gustare i tè alla menta e i pasti. Qualche passo più in là in una semicerchio fatto di fango era stata sistemata la dispensa e le masserizie necessarie per cucinare. Una bassa capanna divisa in due ospitava da una parte la cucina e dall’altra fungeva da pollaio per un paio di galline. A completare il piccolo insediamento temporaneo era un piccolo recinto con un asino e una capanna completamente foderata di coperte, la camera da letto. Appena arrivati la padrona di casa ci ha offerto dell’immancabile tè alla menta e le altrettanto immancabili, nonchè deliziose, arachidi. Subito dopo si è messa a controllare la cottura di quella che viene chiamata la pizza berbera, una focaccia ripiena di cipolla, carne macinata, uova, noccioline e prezzemolo, cotta in un buco nella terra ricoperto dalla brace. Gli occhi della donna non si sono mai sollevati su di noi, sono rimasti bassi mentre quelli curiosi di suo figlio di sette anni ci esaminavano con vivacità. Suo marito se ne è andato abbandonandola ed ora lei se la cava da sola, tranne per un poco d’aiuto che le viene fornito dagli altri membri del clan ma inutile dire che la sua reputazione ormai è andata in frantumi e non avrà certo occasione di rifarsi una vita. Fossili, intorno a MerzougaIl bambino come tutti gli altri figli di nomadi non frequenta le scuole perchè non ci sono maestri nomadi che seguano i diversi clan. È stato un incontro emozionante e significativo che ci ha permesso di andare oltre le apparenze, renderci conto delle condizioni di vita dei nomadi del deserto e che ci ha fatto percepire la  caparbietà nel voler perseverare nel mantenimento di uno stile di vita che è l’essenza stessa del loro essere e che a noi appare tanto anacronistico quanto spesso desiderabile.

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A caccia di fossili e la fabbrica di Fossili di Erfoud

Erfud, intorno a MerzougaLa zona intorno a Merzouga, nel Devoniano, era un fondale marino le cui tracce oggi sono visibili su moltissime delle rocce scure che emergono dalla sabbia e dalla ghiaia del deserto. Orthoceras e ammoniti di qualsiasi dimensione abbondano e sarebbe un peccato essere giunti fino a Merzouga e non vederli. In alcuni punti se siete fortunati (come noi nei dintorni di Taouz) è anche possibile trovarne alcuni piccoli e ben fatti! Oltre a questo abbiamo scoperto che nella vicina cittadina di Erfoud, dove si trova uno dei più importanti giacimenti di questo tipo si svolge una lavorazione a dir poco singolare: le lastre di roccia con i fossili vengono lavorate come se fossero marmo e vi vengono ricavati tavoli, fontane, porta-mestoli e altro. Il 70% della popolazione lavora in queste fabbriche o nelle cave per estrarre il prezioso e inusuale materiale e appena entrati in città si vede alzarsi una polvere bianchiccia, risultato del processo di lavorazione. villaggio spagnolo, intorno a MerzougaTutto ciò avviene secondo la legge, anche se non riesco a immaginarmi la quantità di materiale disponibile nelle cave, per poter permettere un produzione di questo tipo.

Il villaggio spagnolo abbandonato

Lungo il perimetro dell’Erg Chebbi che dà verso l’Algeria si trovano i resti di un suggestivo villaggio spagnolo oggi abbandonato, residuo della colonizzazione ispanica di questa zona, dove come ci ha spiegato Rachid non si trovavano i francesi. Il villaggio è fatto ovviamente di fango e paglia e pian piano si sta sgretolando, seppure sia abbandonato da solo circa 40/50 anni. villaggio spagnolo, intorno a MerzougaL’unica costruzione ancora ben tenuta e quindi, desumiamo frequentata è la moschea dipinta di bianco, che dona un tocco ancora più poetico al villaggio in decadenza.

La musica degli ex-schiavi del villaggio di Khamlia

Nei pressi di Merzouga si trova un villaggio particolare, abitato solamente da persone di colore, ex-schiavi deportati in Marocco dal Ghana, dal Sudan, dal Mali ecc…, attraverso il deserto. In questo villaggio si può ascoltare la musica gnaoua, una sorta di trance-music che affonda le sue radici proprio nelle grandi deportazioni di massa dirette verso l’Europa e il nord Africa. Spesso gli abitanti dei villaggi vicini si rivolgono a questi musicisti poichè si dice che questa musica abbia poteri curativi. villaggio di Khamlia, intorno a MerzougaNoi abbiamo ascoltato il gruppo Les Pigeons du Sable, che a volte si esibisce anche in Europa. Dopo l’esibizione è possibile acquistare il CD oppure lasciare una mancia.

Il mercato di Rissani

Se volete respirare l’aria di un souq antico, dove non si vendono souvenirs e artigianato per turisti ma dove i beni in vendita sono per lo più derrate alimentari (frutta, verdura, carne, pesce…), abbigliamento per i locali, spezie e capi di bestiame, allora dovete visitare il mercato di Rissani, un mercato ancora dal sapore autentico, dove i nomadi del deserto vengono a  vendere le loro pecore, le capre, le rarissime mucche e gli asini per poter acquistare con i soldi ricavati frutta, verdura e abiti. farmacia Rissani, intorno a MerzougaGli odori del souq, i suoi colori e i suoi rumori sono un assaggio d’Africa vera: le teste di capra tagliate e disposte ordinatamente sul bancone, i quarti di pecora appesi all’aria aperta, i mandarini succosi, i datteri zuccherini e le odorose farmacie tipiche ci hanno colpito tantissimo. A due passi dal souq, all’interno di differenti recinti in muratura si tengono le vendite di pecore, capre e mucche. Compratori e venditori esaminano con attenzione i denti delle bestie e poi iniziano a trattare. mercato di Rissani, intorno a MerzougaPoco più in là in un enorme piazzale sterrato mentre alcuni parcheggiano qui i loro asini, altri li caricano dei loro acquisti e altri ancora si dedicano alla compravendita di questi esemplari. Il piazzale è pieno, sono l’articolo più richiesto, nonchè ancora il mezzo di trasporto più diffuso in questa zona.

Il mercato si tiene di martedì, giovedì e domenica. Quello della domenica è quello più rumoroso, frequentato, pieno di mercanzie di ogni tipo.

Prima di fare una fotografia vi consigliamo sempre di chiedere il permesso.

mercato di Rissani, intorno a Merzougafarmacia Rissani, intorno a Merzouga

 

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