Il fascino dei luoghi abbandonati ci spinge a cercarne ed ad esplorarne sempre di nuovi. Durante una ricerca ci siamo imbattuti in un complesso di ville usato per molte decine di anni come manicomio: le Ville Sbertoli.
Adagiate sulla dolce pendenza del Collegigliato, con alle spalle gli Appennini e di fronte la città di Pistoia le ville furono scelte dal Professor Agostino Sbertoli per fondare la sua “Casa della salute”. Il nucleo iniziale del manicomio era costituito da quella che in passato era nota con il nome di villa del Mezzogiorno o Villa Franchini – Taviani (oggi Villa Cerletti e Perusini), la più elegante e bella di tutte le ville. Secondo alcune storie il Professor Sbertoli avrebbe costituito la “Casa della salute” per aiutare un figlio malato e permettergli di ricevere le cure in un ambiente a lui familiare, la villa infatti secondo questa teoria sarebbe appartenuta alla famiglia del Professore. Secondo altre invece lo Spertoli sarebbe stato attirato nel Pistoiese (era originario di Fivizzano) e più precisamente sul Collegigliato per le condizioni climatiche a dir poco favorevoli che avrebbero influito positivamente sull’esito delle cure e delle malattie.
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Il Manicomio fu aperto intorno al 1868 e guadagnò così tante iscrizioni che ben presto il professor Sbertoli dovette ampliarlo, acquistando le altre ville sul colle e dando così vita a quel villaggio terapeutico che si stava diffondendo in quel periodo e che era così diverso per forma e ambientazione dagli altri manicomi dell’epoca. L‘immenso parco rigoglioso e verde che lo circonda ancora oggi, ricco di alti alberi e piante esotiche non dava certo la sensazione di essere in un Ospedale Psichiatrico ne ai visitatori ne ai pazienti.
Quando Agostino Sbertoli morì, nel 1898 fu suo figlio Nino che ne prese le veci. Dopo di che il complesso cambiò gestione varie volte fino ad diventare proprietà della Provincia di Pistoia e poi del Comune, dopo che con la legge Basaglia del 1978 fu decretata la chiusura di tutti gli ospedali psichiatrici.
Oggi le ville giacciono in uno stato di completo abbandono. Per accedervi si dovrebbe richiedere un permesso alla ASL n° 3, anche se dalle informazioni che abbiamo raccolto difficilmente sarà dato il permesso. Noi siamo venuti a conoscenza di ciò solamente dopo averla visitata , per cui non lo abbiamo richiesto (altrimenti che Rintronauti saremo?).
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La più bella di tutte le ville è villa del Mezzogiorno, così chiamata per la sua splendida posizione a sud, che domina tutta la città di Pistoia. Noi siamo entrati dal retro, dove abbiamo trovato un piccolo buco tra le inferriate delle finestre. Una volta saliti al primo piano ci siamo trovati di fronte alla bellezza e all’eleganza delle decorazioni, poi piano piano abbiamo iniziato a notare le porte delle celle, alcune delle quali divelte, sedie a rotelle, bagni, fogli e carte sul pavimento, strani disegni e scritte sui muri, alcuni lasciati da visitatori altri dai pazienti. Il luogo ha un che di inquietante, a volte si sentono strani scricchioli e rumori e ovviamente la suggestione è molta. Le leggende che girano sulle ville non mancano e c’è chi sostiene che siano infestate dai fantasmi e che ancora oggi nell’aria risuonino strane urla. Abbiamo percorso anche un lungo tunnel sotterraneo abbastanza angosciante che ci ha condotti in un’altra struttura, malmessa.
Come arrivare a ville Sbertoli
Le ville Sbertoli si trovano in via collegigliato: sulla sinistra, risalendo il colle, vedrete un cancello con scritto Ville Sbertoli. Sul lato della strada c’è un buco nella rete, da lì ci si ritrova su via solitaria, la strada fatta costruire dal Professore per rendere più comodo e confortevole l’accesso. La strada sale verso la cima del colle con un andamento sinuoso, immersa nello splendido parco, selvaggio ma bello.
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