Santo Stefano in Sessanio è un piccolissimo borgo fortificato nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. A più di 1200 metri sul livello del mare, d’inverno è spesso coperto di neve e d’estate non è certo rovente. Lo abbiamo scelto come base per visitare Rocca Calascio e i suoi dintorni.
Santo Stefano in Sessanio è sorto su un antico insediamento romano Sexantio, posto a sei miglia (Sextantia) da Pletunium, all’epoca fiorente centro commerciale.
Nell’aprile del 2009 il paese fu colpito dal terremoto che causò il crollo di alcune abitazioni e della Torre Medicea (oggi in ricostruzione).
La torre testimonia un fiorente passato in cui il borgo divenne proprietà dei Medici che erano interessati al commercio della lana “carfagna”, prodotta qua e lavorata a Firenze per tessere le uniformi degli ufficiali e gli abiti talari dei monaci.
Passeggiando per le strette e intricate vie ci si rende conto dei danni causati dal terremoto: impalcature e picchetti sorreggono gli edifici più bisognosi. Forse questi interventi rendono il borgo meno fotogenico ma è molto interessante vedere come nonostante i danneggiamenti dovuti al terremoto i ristoranti continuino ad essere aperti e come vi sia sorto un albergo diffuso che ci sarebbe piaciuto provare. Invece di prenotare in quello che ci è sembrato un albergo da sogno abbiamo scelto la soluzione del campeggio e dopo anni abbiamo riaperto la nostra mitica tendina blu e gialla. Sul colle di fronte al paese c’è infatti il Camping Gran Sasso, da cui in neppure cinque minuti a piedi è possibile raggiungere Santo Stefano in Sessanio. La piazzola è buona: ha un bel prato davanti e la mattina presto inizia a batterci il sole, cosa che gradiamo particolarmente visto che anche se è agosto qua la notte fa veramente freddo! Il Camping è carino ha un ristorante e una zona barbecue.
Il paese è tranquillo, molto grazioso e vi si mangia bene (molto famose sono le lenticchie coltivate qui)!
Abbiamo Provato due dei ristoranti che sono in centro “Il Ristoro degli Elfi” e “Bettola di Geppetto”. Una volta abbiamo mangiato al Ristorante del Camping Gran Sasso: una zuppa di lenticchie divina, una grigliata mista con agnello e un piatto tipico a base di capra, che si usa cucinare per Ferragosto. Inoltre una sera abbiamo avuto la fortuna di trovare anche una specie di festa di paese.
Dal borgo e dal Camping si possono effettuare escursioni sull’altopiano del Gran Sasso: a piedi e in bicicletta. Noi siamo rimasti incantati dal panorama mozzafiato: sarà che non siamo molto abituati alla montagna d’estate ma i colori, gli spazi e l’aria ci hanno inebriato. Siamo arrivati a Rocca Calascio a piedi, dal campeggio: camminare in quei prati verdi da cui ogni tanto emergono rocce grigie e depositi morenici, in quelle valli scavate dalla millenaria azione dei ghiacciai ci ha riempito la testa e il cuore. In macchina abbiamo raggiunto Campo Imperatore (c’era freddissimo!) e il sito archeologico di Pletunium di cui però non rimangono che poche vestigia (alcuni resti del teatro e delle mura antiche).
Santo Stefano in Sessanio
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