Non tutti conoscono il lungo legame che ha la Toscana con l’attività mineraria, noi per primi ci siamo avvicinati quasi casualmente a questo aspetto della nostra storia e pian piano scopriamo luoghi e vicende di vita veramente affascinanti.
Durante il nostro soggiorno alla scoperta del monte Amiata abbiamo deciso di esplorare prevalentemente questa tematica visitando anche lo splendido Parco Museo Miniera di Abbadia San Salvatore, un ottimo esempio di opera di valorizzazione e riqualificazione del territorio oltre che di lungimiranza per la diversificazione dell’offerta turistica.
Il giorno dopo la visita del museo abbiamo partecipato ad un trekking alla scoperta e promozione dei siti minerari amiatini organizzato dal Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore in collaborazione con i volontari del servizio civile regionale – Museum Angels e con il Consorzio Terre di Toscana, la Pro Loco di Castell’Azzara, il Parco Nazionale delle Miniere del Monte Amiata e l’Unione dei Comuni Amiata – Val d’Orcia.
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L’escursione comprendeva la Riserva Naturale del Pigelleto fino ad arrivare al villaggio minerario del Siele e nonostante il clima inclemente partimmo alla scoperta di questo luogo nascosto sulle pendici dell’Amiata.
Il villaggio minerario di Siele nasce nel 1847 agli arbori della moderna industria estrattiva del cinabro dal quale tramite arrostimento e successiva condensazione, si estraeva il mercurio, metallo raro e quindi potenzialmente molto redditizio.
Le vicende del villaggio di Siele scorrono attraverso 130 anni di storia: il sito da semplice miniera si trasformò pian piano in un vero e proprio paese poichè trovandosi in una zona piuttosto isolata e scomoda da raggiungere, tecnici e impiegati preferirono viverci. Il suo isolamento, adagiato in fondo a una valle cupa immerso in un bosco selvaggio dona un fascino particolare al luogo. Il Siele ha mantenuto a lungo i caratteri di un vero e proprio villaggio minerario: con il palazzo della direzione, gli impianti industriali funzionali alla estrazione, lavorazione e distillazione del cinabro, le abitazioni di tecnici e dirigenti, una piccola scuola primaria, la chiesetta, lo spaccio, un’infermeria, le docce e gli altri edifici utili all’attività mineraria e alla vita delle famiglie dei tecnici che lo abitavano.
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Il valore aggiunto alla visita è dato sicuramente dalle guide: ex operai della miniera che raccontano con affetto, simpatia e a tratti commozione le storie degli uomini e delle donne che nel
villaggio di Siele hanno lavorato e vissuto. L’aspetto più spettacolare della visita è senz’altro della lunga galleria Emilia che porta al pozzo di estrazione Raffaello profondo 350 metri dove, spente le luci si rimane avvolti nell’oscurità più avvolgente e totale che abbiate mai vissuto dove il silenzio è rotto solo dal costante picchiettare dell’acqua che gocciola dalle pareti.
COME VISITARE IL VILLAGGIO DI SIELE
La visita, accompagnata da ex minatori è possibile solo su prenotazione al il costo di 5 euro (minimo 15 partecipanti ma ci si può aggregare a gruppi già formati) ed è necessario rivolgersi a uno dei seguenti enti:
Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata
Via Grossetana 209 Piancastagnaio- Tel.0577/787181
[email protected] [email protected] www.parcoamiata.com
Associazione Minatori del Siele – Argus Piancastagnaio
Sede Museo Piazza Matteotti 7 Piancastagnaio – Tel. 0577/786418 Cell. 331/1370144
Associazione Pro Loco Piancastagnaio – Via Garibaldi 1 Piancastagnaio – Tel. 0577/784134