Tra oriente e occidente: Skopje

Siamo stati a Skopje, la capitale della Macedonia, nel lontano 2012 durante il nostro secondo Balkan Tour e ci siamo fermati in questa città dopo aver visitato un’altra città macedone, Bitola.
Skopje

Guidando attraverso quelle strade sconosciute e trafficate, ci troviamo in un quartiere ai margini occidentali della città, troviamo un primo albergo da cui fuggiamo a gambe levate, riprendendoci i documenti un secondo prima della registrazione: il posto era veramente fetido (troppo anche per le 20 euro a notte che ci aveva chiesto) e con il nostro arrivo avevamo interrotto il “receptionis” che stava facendo qualcosa si illegale nello stanzino a fianco all’entrata. Sgommiamo via, ma ci fermiamo poche centinaia di metri dopo: abbiamo visto un altro hotel, sembra fuori dalla nostra portata ma ancora scossi per ciò che avevamo visto in quella camera ci facciamo coraggio ed entriamo per chiedere il prezzo di una doppia. Questa volta il receptionist è un vero receptionist e insiste per farci vedere la camera prima di rivelarcene il costo, poi ci dice che vuole trattare, alla fine prendiamo la camera dopo una contrattazione durata 5 minuti, per 60 euro a notte, sicuramente al di sopra del nostro budget, ma ogni tanto si può sgarrare!! Ci troviamo così in una camera da 25 metri quadrati, con tanto di salottino e vasca idromassaggio. Siamo abbastanza distanti dal centro, alcuni chilometri, ma non ci perdiamo d’animo, anzi ne approfittiamo per vedere il volto più popolare di Skopje.

In città ci sono numerosi cantieri e lavori in corso e sulle strade viaggiano, oltre alle auto, molti carri in legno trainati da cavalli, che i proprietari, qua come a Bitola, cercano di rendere più comodi dotandoli dei sedili delle automobili, e carrozzini motorizzati costruiti con tutto quello che si può trovare in una discarica. I conducenti dei carri si fermano spesso per raccogliere l’immondizia in terra e la plastica e le lattine, che qua vengono gettate in grandi cubi di rete metallica, caricano il tutto sul retro e ripartono. Certo è strano pensare di star passeggiano di una strada di una capitale europea. Sembra tutto fuorchè Europa.

Siamo colpiti dalla strana forma Chiesa di San Clemente di Ocrida, sicuramente unica nel suo genere.Skopje

L’ingresso è consentito, la nostra visita dura pochi secondi. Dopo un po’ incontriamo quello che è definito uno dei palazzi più brutti d’Europa: il palazzo dell’amministrazione delle Poste.

Giungiamo sulla strada principale, il corso buono di Skopje: alti palazzi specchiati e catene internazionali discostano non poco da quello che abbiamo visto fin ora. Questo è il suo volto internazionale. I grandi manifesti pubblicitari delle compagne telefoniche campeggiano ovunque. Nella piazza centrale (Plostad Makedonija) hanno da poco eretto la grandiosa statua bronzea di Alessandro Magno, alta ben 13 metri e costruita, con tecnica a cera persa, in Veneto.Skopje

La statua è posta su una colonna decorata con scene di battaglie e con il sole di Verghina, già scelto dalla giovane repubblica come simbolo della sua bandiera, prima che una lunga battaglia con la Grecia non la convincesse a modificala. Sugli angoli della piazza sono poste altre grandi statue in marmo bianco. La piazza ha sicuramente il suo fascino, ma a noi sembra quasi l’opera di un folle dittatore: per la sua costruzione sono stati spesi milioni che certamente potevano essere investiti meglio, per quanto abbiamo potuto vedere durante la nostra permanenza.

Il fiume Vardar divide in due la città: da una parte la città nuova e dall’altra quella vecchia, più volte ricostruita e distrutta a causa di numerosi terremoti. Il fiume stesso e entrambi i lungo fiume sono un cantiere a cielo aperto.Skopje

Con il progetto “Skopje 2014” infatti si sta cercando infatti di dare alla città un aspetto neoclassico per cercare di aumentare l’identità nazionale, di attirare nuovi flussi turistici e forse di continuare a provocare la Grecia con i numerosi tentativi da parte della Macedonia di appropriarsi di un passato classico che la Grecia afferma appartenere a lei.Skopje

Attraversiamo il fiume passando sul Ponte di Pietra (Kamen Most) e ci troviamo nella parte turca della città.Skopje

Le costruzioni sono basse (2/3 piani), compaiono minareti e moschee, ristorantini, bagni turchi e il bazar.Skopje

Questa parte della città è tranquilla, armoniosa, un po’ scalcinata e molto affascinante. Ai margini di alcune strade vediamo dei lustrascarpe all’opera. Entriamo nel Cifte Amam (50 Mk), una galleria d’arte allestita in un bagno turco.

Arriviamo alla fortezza Tvrdina Kale, che testimonia il passato romano di Scupi. Purtroppo la fortezza era chiusa per lavori di restauro e scavi archeologici, così non abbiamo potuto ammirare il panorama che si può godere da lassù.

La fortezza Tvrdina Kale, Skopje

Torniamo nel quartiere turco per cenare, a un modico prezzo e mangiamo un baklava ineguagliabile. Il giorno dopo andiamo a vedere il lago Matka, un lago artificiale creato con la costruzione della diga sul Treska. Il lago non ci entusiasma.Skopje

Stretto tra due pareti rocciose, si deve seguire un percorso obbligato. Ogni tanto ci sono ristoranti e un molo per le gite in barca. Questo posto ci mette un po’ di tristezza: l’unica nota positiva è la vegetazione rigogliosa e di un verde intenso.

La gita ha breve durata (il lago dista una mezzora dal nostro Hotel) e così torniamo a perderci un po’ per le strade di Skopje, curiosi di scoprire quanto questa città ci può mostrare sui macedoni. La cosa più evidente è la strabiliante differenza economica che c’è tra gli strati della popolazione: carri avanzano a fianco di costosissimi SUV. Forse è per questo che Skopje è una città che ci ha stregato: una città in bilico tra passato e futuro, che sembra correre a due velocità.Skopje

L’assurda ricerca di nuove radici storiche e il rifiuto di quelle autentiche è un controsenso che si palesa in tutta la sua stranezza camminando per le sue strade, che ci spinge a riflettere ed ad arrovellarci alla ricerca di motivazioni plausibili per questa specie di follia e che ci spinge a consigliarvela come meta.

Dopo tre anni dalla nostra visita le cose saranno cambiate: il progetto “Skopje 2014” dovrebbe essersi concluso e la città avrà quindi una nuova faccia.

Skopje

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3 Risposte a “Tra oriente e occidente: Skopje”

  1. E’ un piacere leggere di città ancora poco conosciute e poco frequentate dai turisti. I Balcani ci ispirano davvero tantissimo, speriamo di poterci andare presto.

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