Jerash

Ci svegliamo nella pink room (Jordan River Hotel, Amman). Il Gentilissimo è un po’ in ritardo con la colazione, così lo attendiamo con un’altra ospite seduti nella buia ma graziosa sala mensa, spippolando ai cellulari. La colazione è immensa e buona, appesantiti come dopo il pranzo di Natale partiamo verso Jerash, l’antica città romana di Gerasa.

Prendiamo un taxi per arrivare fino a Tabarbour (3,10 JD, l’autista ha finto di sbagliare strada per un malinteso sul luogo di destinazione). Appena giunti alla stazione un signore ci corre incontro urlandoci in modo quasi minaccioso “Jerash! Jerash!” e facendo il gesto di fare in fretta a salire. Con un balzo saliamo sopra il piccolo bus, immaginandoci una partenza sprint con tanto di sgommata e invece rimaniamo fermi almeno altri 15 minuti per aspettare che tutti i sedili siano occupati. Non ci sono orari precisi, qua gli autisti partono quando sono a pieno carico. Dal finestrino ammiriamo il paesaggio che ci ricorda un po’ la Basilicata anche se le tende beduine e i cammelli tradiscono dove siamo realmente.

Il pulmino ci scende di fronte al sito e dopo una breve camminata entriamo nel Centro Visitatori, il biglietto di ingresso costa 8 JD a testa.

La prima cosa che incontriamo è il maestoso arco di Adriano.

Arco di Adriano

Attendiamo per fare una foto senza nessun turista. È il posto più affollato che abbiamo trovato fin’ora. Guide non autorizzate si affollano intorno a noi per offrirsi come fotografi o ciceroni. Saliamo sugli spalti dell’ippodromo. Proseguiamo verso il bellissimo tempio di Zeus e il teatro sud dove ci accoglie la banda giordana di cornamuse scozzesi che si sta esibendo nell’orchestra. Momento surreale.

2 membri della banda giordana di cornamuse scozzesi si esibiscono nel teatro di Jerash

Poi siamo attirati dal bellissimo foro: una piazza a forma ellittica delimitata da colonne ioniche, proseguiamo lungo il Cardo massimo ancora pavimentato. Passeggiamo amabilmente, come avranno fatto tantissimi romani prima di noi.

Ci immaginiamo il corteo di Adriano che passeggia lungo la stessa strada, magari l’imperatore cammina a fianco del suo amato Antinoo, ancora ignaro del destino che lo attende.

Superiamo il Ninfeo, ammiriamo ii Tetrapili, entriamo nel sorprendente Teatro nord, poi saliamo al Tempio di Artemide bellissimo con le sue colonne corinzie e ci fermiamo nella cella a riposare un po’. Le rovine sono illuminate dalla luce dorata, il vento ci porta il suono delle cornamuse, sembra di essere sospesi in un sogno.

Nonostante avessimo delle riserve iniziali su questo sito ci siamo ricreduti.: la posizione è molto scenografica, sulla collina opposta si estende la città moderna (sopra quella romana). In antichità le due colline, separate da un wadi erano unite da due ponti.

Per tornare, stufi di aspettare il minibus attorniati da torme di tassisti che ci volevano convincere che il pullman non sarebbe mai passato, abbiamo ceduto e abbiamo preso il nostro primo taxi collettivo, riuscendo ad arrivare a Tabarbour con 2 JD a testa, da lì latro taxi che con 1,30 JD ci ha portato al nostro Hotel.interno tempio di Afrodite

Jerash

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