Purtroppo abbiamo avuto l’occasione di recarci a L’Aquila solo dopo il terremoto del 2009, non sappiamo come fosse prima di diventare una città fantasma ma possiamo solo immaginarlo.
LEGGI ANCHE: UN CASTELLO DA FILM: ROCCA CALASCIO
Visitare L’ Aquila è un’esperienza unica: impossibile non emozionarsi. Già uscendo dall’autostrada si può osservare lo scempio creato dal terremoto del 2009, ovunque edifici in rovina puntellati per non franare definitivamente, qua e là le famose new town costruite in frette e furia fanno da contraltare alle borgate ormai abbandonate a se stesse.
Abbiamo visitato L’ Aquila e dintorni a cinque anni dal disastro, l’impressione è che sia passato molto meno, tuttora sembra di essere in una situazione precaria, d’emergenza. Il pensiero va subito a chi ha perso tutto e la situazione attuale sembra volerglielo ricordare tutti i giorni. Qualcuno dirà che molto è stato fatto, ma la sensazione che sia ha è quella di visitare una città appena bombardata.
Appena giunti in prossimità del centro la situazione non cambia molto, anzi il centro storico è totalmente in stato di abbandono. Qualche coraggioso commerciante ha riaperto la sua attività: entriamo in un bar storico sul corso principale per un caffè e ci rendiamo conto che non passa quasi nessuno di lì, del resto gli abitanti sono stati trasferiti altrove, forse il bar sopravvive con gli addetti ai lavori dei pochi cantieri aperti.
Passeggiamo su quello che doveva essere il salotto buono della città circondati dalle vetrine vuote di negozi ormai abbandonati da anni. Camminare per le spettrali vie del centro storico è (a suo modo) interessante. Il centro è morto, la vita cittadina si è spostata nell’immediata periferia e questo è piuttosto inconsueto. Sensazioni contrastanti ci avvolgono, da una parte crediamo sia comunque importante documentare e toccare con mano gli effetti di tale tragedia e della sua successiva gestione, dall’altra ci si sente un po’ meschini a fare i turisti in un luogo così martoriato. Il centro storico medioevale e lasciato a se stesso, gli edifici sono stati puntellati (con migliaia di puntelli) e basta, ormai le erbacce crescono in mezzo a quelle che erano strade frequentate, abitazioni sventrate mostrano il mobilio, libri, utensili e oggetti personali tutto al proprio posto, nessuno è tornato a recuperali. Sembra di camminare a Pompei, una città distrutta, abbandonata e ormai congelata in un attimo.
FORSE PUO’ INTERESSARTI ANCHE: SANTO STEFANO IN SESSANIO
Non c’è nessun tipo di controllo in giro, si potrebbe entrare ovunque sia possibile, credo che gli sciacalli abbiano fatto una gran bella spesa qui. In due ore a zonzo avremo incontrato si e no quattro persone. Se ci chiedessero cosa visitare a L’Aquila, risponderemmo: bello il forte spagnolo e le basiliche, che però sono ancora inagibili e la fontana delle 99 cannelle che è invece visitabile.
In realtà vagare per il centro è un esperienza veramente emozionante, L’Aquila è un museo a cielo aperto sugli effetti di un terremoto.