ORGANIZZAZIONE DEL VIAGGIO
Con un po’ di ricerche abbiamo scoperto che a Santo Stefano di Sessanio, vicino al Calascio c’è un piccolo campeggio (Camping Gran Sasso) e abbiamo optato per questa soluzione low cost, nonostante fossimo tentati dalle bellissime camere dell’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio. Il camping ci è venuto a costare 9 euro a testa al giorno (8 euro la piazzola e 5 a testa gli adulti); è carino e ben curato e seppure vicini a ferragosto, neppure troppo affollato. La nostra piazzola ha un bel prato davanti e la mattina ci batte il sole, cosa positiva, visto che la temperatura la notte scende intorno a 7/8 gradi!
La mattina seguente il nostro arrivo, impazienti e con il terrore di veder naufragare la nostra vacanzina low-cost a causa della pioggia che sembrava stesse arrivando inesorabile, ci incamminiamo sul percorso escursionistico per raggiungere a piedi la Rocca (itinerario 64, http://www.gransassolagapark.it/iti_dettaglio.php?id_iti=1722).
IL PERCORSO
Il percorso si snoda tra le montagne brulle spazzate dal vento, antichi depositi morenici e vie di transumanza oramai non più usate. Il vento è fresco, il sole è spesso oscurato da alcuni grossi nuvoloni neri che minacciano pioggia. Rimpiangiamo di aver lasciato a casa il nostro telo d’incerata per proteggere la tenda. Forse quando torneremo al camping la troveremo a valle. Dai cartelli capiamo che la strada è soggetta a improvvise bufere di neve: la preoccupazione sale. Capiamo cosa vuol dire vivere ad alta quota: essere sempre pronti a tutto! 🙂
Il picco dove sorge la rocca domina le altre montagne circostanti. Sui loro versanti disegni geometri fatti di pietre appaiono ai nostri occhi.
Saliamo lentamente fino alla rocca, nonostante le incertezze sulla strada da seguire.
Finalmente arriviamo all’Oratorio di Santa Maria della Pietà, un tempietto rinascimentale a base ottagonale, che sembra fu costruito nel luogo in cui gli abitanti locali sconfissero un gruppetto di banditi. Dall’Oratorio la Rocca ci appare in tutta la sua scenografica bellezza.
Lo costeggiamo e visitiamo le propaggini ormai in rovina del castello, poi varchiamo il ponte e entriamo nella rocca.
LA VISITA A ROCCA CALASCIO
Ad attenderci c’è un volontario che ci illustra con passione la storia del castello, anche se la sua narrazione è resa titubante dal continuo andirivieni degli ascoltatori che non erano molto interessati a ciò che diceva. La maggior parte della gente evidentemente era affascinata solo dal fatto che qua fosse stato girato Lady Hawke.
Il castello ha quattro torri angolari semicircolari e fu costruito intorno all’anno 1000, anche se le prime attestazioni storiche sono del 1380. Diventato possedimento dei Piccolomini, il castello fu rafforzato e accrebbe il suo peso economico, poiché posto a controllo delle vie di transumanza. Nella seconda metà del XVI secolo il castello fu acquistato dalla famiglia dei Medici, per sfruttare il commercio della lana. Agli inizi del XVIII secolo un terremoto ne determinò l’inizio dell’abbandono. Dall’interno delle mura, tra un merlo e l’altro si vede il cielo blu e in lontananza le montagne.Sento la stessa sensazione di libertà che di solito si sente al mare. Poi entriamo nella torrione centrale quadrangolare. Al piano terra ci sono locandine di film che hanno girato anche solo qualche scena in questo castello poi si sale e si arriva sulla sommità del castello. La vista è ancora più splendida. Per un attimo ci sentiamo dei soldati dell’esigua guarnigione normanna che avevano il compito di monitorare il territorio. Da qui si dominano le valli circostanti. La visibilità è ottima: potremmo avvistare con facilità una banda di briganti in cerca di bestiame da rubare. Il cielo continua a minacciare pioggia. Siamo affamati e ci malediciamo per non esserci procurati dei panini che avremmo potuto mangiare godendo di quel panorama unico. Scendiamo verso rocca Calascio, l’abitato, molto carino ma in pratica disabitato, anche se un gruppo di ragazzi sta cercando di riportarlo alla vita. L’ultimo abitante se ne andò nel 1953, seguendo gli altri che si erano trasferiti un poco più a valle, nel villaggio di Calascio. Continuiamo il percorso e arriviamo al paese di Calascio, che si rivela essere un “chicchino”: tutto costruito in pietra, con alcuni palazzi sontuosi.
Finalmente nella parte più bassa del paese troviamo un bar (Bar Vittoria) e pranziamo con degli ottimi panini. Poi seguendo la statale torniamo al campeggio. Il percorso è stato affascinante e molto bello, anche se faticoso, La Rocca è eccezionalmente bella e anche il paese di Calascio è da visitare.
Rocca Calascio
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