Alla ricerca del Castiglion che dio sol sa

Nell’alta Val di Merse, isolato da tutto, immerso in un bosco di cerri e lecci si trova un castello che proprio a causa del luogo remoto in cui fu costruito fu battezzato con un nome insolito: Castiglion che dio sol sa, Castel Balzetti.Castiglion che dio sol sa
Per arrivare a questo castello sperduto in mezzo alla fiorente vegetazione primaverile si può seguire un bel percorso del CAI (n°400) che parte dal piccolo borgo di Brenna. Una volta giunti a Brenna dovete seguire per la pizzeria il Vecchio Tinaio, da cui in pratica parte il sentiero CAI.
Una buona parte del percorso che si snoda nel bosco tra gore, ponticelli in pietra e segue da vicino le acque verdi del fiume Merse: se volete fare il percorso in estate portatevi il costume: il fiume è splendido e un bel tuffo rinfrescante ogni tanto può rendere quest’escursione indimenticabile!!Castiglion che dio sol sa, fiume Merse

Lungo il sentiero abbiamo avuto modo di vedere la steccaia, per regolare il flusso delle acque e alcuni mulini, come il Mulino Ricausa, probabilmente edificato intorno al 1318, come pertinenza del castello. Grazie a successivi rifacimenti il mulino è rimasto attivo fino alla metà del secolo scorso. Ancora presenti le macine, alcuni pali originali e la struttura dell’edificio con due volte a botte.

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Dal Mulino di Ricausa dopo una salita di 200 metri e una di 100 si arriva al bel castello di pianta quadrangolare, con un imponente mastio in pietra.

Castiglion che dio sol sa, macine del Mulino RicausaLa struttura è stata parzialmente restaurata e consolidata negli anni ’80. Le mura sono alte e non si riesce a vedere l’interno se non dalle grate di due cancelli che ne sbarrano l’ingresso.

Il castello risale al XIII secolo ed era sotto la giurisdizione di Siena, anche se godeva di una certa autonomia poiché la Repubblica Senese non vi inviava alcun rettore per suo conto. Nel 1318 apparteneva alla potente famiglia dei Saracini.Castiglion che dio sol sa, interno

L’interno di Castiglion che dio sol sa è molto bello. La struttura si articola introno ad un piccolo cortile centrale su cui si aprono due scalinate: la più alta delle due conduce a una stanza ampia con scale interne parzialmente crollate, un grande camino ben conservato e l’angolo cucina che si trova dove doveva esserci il sottoscala. Lungo la scalinata si può accedere ad una piccola torretta dove si trova il forno e un pozzo. Sul lato opposto c’è l’ingresso di quella che doveva essere la piccola chiesetta, di cui si conservano ancora vaghe tracce di decorazioni pittoriche. Dalle alte finestre si vede solo il verde del bosco e nulla più. Il Castiglion che dio sol sacastello è bellissimo, mentre guardiamo fuori dalle finestre ci sentiamo come un castellano in attesa di qualche rifornimento.

Per il ritorno abbiamo due possibilità: tornare sui nostri passi lungo il sentiero che costeggia il fiume o proseguire lungo il percorso anello che passando per le Sugherelle, Montestigliano e Mulino del Pero ci avrebbe riportato a Brenna. Ma al solito i nuvoloni sopra le cime degli alberi sono minacciosi e preferiamo la strada più breve, torniamo così sui nostri passi.

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Una bella escursione che permette di approfondire la conoscenza di questa Terra di Siena, meno conosciuta, per un salto nel medioevo e nella sua meravigliosa natura.

Castiglion che dio sol sa

Castiglion che dio sol sa

Castiglion che dio sol sa, cascata

Una risposta a “Alla ricerca del Castiglion che dio sol sa”

  1. Abbiamo tentato, ma è stato impossibile trovarlo,la segnaletica dopo il cartello iniziale, che diceva 1 ora di strada, non si è visto più niente,passata la steccaia ci siamo ritrovati nel nulla,peccato

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