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Ubicato nel Comune di Reggello (a 41 km a sud-est di Firenze), in località Leccio, Castel Sammezzano è facilmente raggiungibile (uscita Incisa-Reggello dell’autostrada A1/E35) quanto difficilmente visitabile. Il castello infatti è stato chiuso al pubblico per oltre vent’anni e solo recentemente grazie agli sforzi del comitato FPXA è stato reso accessibile. Le aperture sono comunque sporadiche e a numero chiuso, non è quindi possibile partire alla ventura ma è necessario programmare e organizzare la visita.
Purtroppo ad oggi essendo stato recentemente venduto, le visite sono sospese in attesa di trovare un eventuale accordo con la nuova proprietà.
In genere le date in cui la struttura è aperta sono comunicate sul sito internet del comitato e sulla loro pagina facebook. Attualmente viene scorsa una lista di attesa che conta circa 6000 iscritti.
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Il castello è infatti circondato da un bel giardino in cui si trovano ben 57 esemplari di sequoie giganti.
Il proprietario non aveva solo la passione per l’architettura esotica ma anche per le piante e nella seconda metà del XIX secolo ve ne aveva fatte coltivare molte tra cui a punto le sequoie. La maggior parte delle piante non sopravvisse ma negli ultimi tempi sembra sia iniziato un progetto volto al recupero di questa straordinaria varietà botanica.
È possibile giungere al castello sia con la macchina che a piedi, passeggiando in salita, per il parco. Noi optiamo per la seconda scelta, una bella passeggiata è proprio quello che ci vuole. Parcheggiamo in una stradina sterrata dove c’erano già altre automobili (sulla destra, subito dopo la rotatoria che porta a Prada) e proseguiamo sulla stessa strada sterrata che dopo pochi metri si biforca. Presi dal dubbio chiediamo informazioni: arrivano entrambe al castello, quella di sinistra è più irta e breve, quella a destra più dolce e lunga: prendiamo quella di destra, siamo in largo anticipo e non abbiamo fretta. La passeggiata è piacevole, ci fermiamo a mangiare in una bella radura verde, circondata dalle enormi sequoie; poi man mano che saliamo troviamo gli annessi sparsi nel parco tra cui il ponte in stile moresco e la grotta artificiale con la statua di venere. Dopo esserci grottescamente persi e ritrovati (la strada per salire è unica) arriviamo in cima alla collina: davanti a noi si apre un grande prato verde dominato dal castello color rossiccio.
Il colpo d’occhio è eccellente. Essendo in anticipo andiamo nel giardino sul retro e grazie ad uno dei nostri amici improvvisiamo una macedonia di fragole seduti sulle sedie sparpagliate dai volontari.
All’interno sulla sinistra troviamo anche un insospettabile spaccio che offre panini e vino. Il piano terra del castello ci mostra come esso sia stato utilizzato come hotel fino agli anni novanta del XX secolo. C’è pure un ascensore.
Iniziamo la nostra visita con un gruppo di circa venti persone guidati da un architetto che per passione ci conduce tra le straordinarie sale, esponendoci la vita di Ferdinando Panciatichi Ximenes ideatore e curatore della riprogettazione delle stanze interne del primo piano.
Il marchese era un grande amante della cultura orientale, da cui sosteneva derivare la cultura occidentale, e aveva ristrutturato le stanze seguendo i canoni orientali.
Il racconto è avvincente, la spiegazione esaustiva, le sale abbaglianti per i loro colori e per le loro decorazioni.
Siamo soddisfatti anche dell’ora della visita (15.30) infatti la luce che entra dalle finestre ci permette di vedere al meglio: nel castello non c’è energia elettrica e quindi solo la luce naturale può illuminarne l’interno. Vaghiamo incantati dai colori sgargianti e dalla ricchezza di decorazioni.
Ad un certo punto vediamo le colline toscane dietro una finestra incastona nella parete ornata in chiaro stile moresco e questo ci riporta alla realtà: non siamo in oriente ma nella nostra Toscana.
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Castel Sammezzano: una sorpresa nel cuore della Toscana
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Bellissima questo sito perche porta fuori dalle rotte normali, ma nello stesso tempo mi fa piangere il cuore a vedere tanta incuria ed abbandono. Tra l’altro Sammezzano e’ unico ed andrebbe conservato nella sua bellezza non per diventare ne albergo ne ristorante. Grazie per questo sito particolare e diverso.