Varsavia in tre giorni

In aprile, per la Pasqua del 2014, siamo andati a visitare la città di Varsavia (Polonia).

La città vecchia, Varsavia

Avevamo voglia di un po’ d’Europa autentica e profonda e così abbiamo preso un volo della Rayanair da Pisa e siamo atterrati all’ex aeroporto militare di Moldin, a 40 km dalla capitale polacca. Da lì abbiamo preso un autobus della Moldin Airport Bus (https://www.modlinbus.pl/) per Warszawa Centralina, è possibile acquistare il biglietto on-line o presso la rivendita vicino all’uscita dell’aeroporto, il biglietto costa 33 PLN a testa e il viaggio dura circa 40 minuti. Il pullman è dotato di connessione wi-fi, che come al solito non funziona.

Palazzo della Cultura, Varsavia

L’autobus ci ha sceso nella piazza antistante il Palazzo della Cultura, imponente e fumettistico, costruito come regalo dell’Unione Sovietica e di Stalin per la Polonia. L’ho definito fumettistico perchè non mi sorprenderei di vederlo a Gotham city, il palazzo ha una base possente e solida, alla parte centrale sono addossati quattro edifici più bassi, su gli angoli, la struttura centrale poi si restringe in una specie di torretta che termina con un pennone. Sulla torretta c’è un orologio. Palazzo della Cultura, VarsaviaLa maggioranza dei polacchi detesta questa costruzione che gli ricorda il recente passato sovietico, ma a noi è piaciuto anche se lo stile è austero e severo e il palazzo incute timore e reverenza in chi lo osserva.

Sembra catapultato lì chissà da dove. Un corpo estraneo ingombrante e invadente, che domina su tutta la città e che fa da punto di riferimento per molti turisti come noi che possono scorgerlo praticamente da ogni angolo della città. Lo fotografiamo. Le nuvole grigie, cariche di pioggia dietro di esso lo rendono ancora più spettrale.

Quando gli zaini cominciano a pesarci iniziamo a cercare l’Hotel prenotato su booking. It, che dovrebbe distare circa 2 km e qualche centinaia di metri. Purtroppo sbagliamo completamente direzione e ci incamminiamo verso la parte opposta, dopo due chilometri che ne accorgiamo (alla buon ora!), torniamo indietro e ormai esausti approdiamo al Planet Hostel. Il palazzo è fatiscente e sulla facciata c’è un impalcatura. Palazzo della Cultura, VarsaviaDigitiamo il codice 161 sul campanello ed entriamo. L’androne delle scale è puzzolente, non ci scoraggiamo e continuiamo a salire. Entriamo nell’Hotel ed è tutta un’altra cosa: è pulito, profumato, ordinato e nuovo. Veniamo portati alla nostra camera: piccola ma graziosa. Siamo soddisfatti, anche se il lavandino in bagno riteniamo che sia stato costruito appositamente per dei lillipuziani. L’indirizzo del Planet Hostel è ul. Marsalkowska 1/161, Srodmiesae, 00-624: vedendo il numero 1/161 avevamo pensato che il civico fosse 161, mentre il civico è l’1 e 161 è il codice da digitare una volta giunti al campanello. Anche se è aprile qua a Varsavia fa freddo. Usciamo ben intabarrati e ci avventuriamo per un bel po’ senza una precisa meta tra gli edifici socialisti abbelliti da interessanti murales (alcuni dei quali anche del bravissimo artista Blu) e le grandi statue. Purtroppo i nostri polpacci non riescono a portarci fino alla città vecchia, troviamo un ristorante aperto dove assaggiamo un’ottima zuppetta al pomodoro, oltre a uno shawarma di pollo e un gelato a testa (22 euro in due).La città vecchia, Varsavia

1° giorno a Varsavia

La mattina successiva scopriamo che la colazione al Planet Hostel è fai da te: te la prepari e poi lavi e pulisci tutto quello che hai sporcato. Oggi prendiamo il tram, la fermata è di fronte alla porta d’entrata dell’Hotel, purtroppo però non c’è un distributore di biglietti elettronico ed essendo Pasqua è tutto chiuso quindi dobbiamo arrivare alla fermata successiva. Il tram è molto frequentato ed è un ottimo mezzo per godersi la città senza doversi affaticare troppo. Quando scendiamo il sole inizia ad illuminare la città con i suoi raggi, le nuvole sono state spazzate via dal vento freddo e i corvi gracchiano volteggiando alti nel cielo.

La città vecchia (Stare Miasto) sorse accanto al castello intorno al XIII-XIV secolo, anche se il primo insediamento in questa zona fu probabilmente il castello Ujazdowski, costruito nel XIII secolo dai duchi di Masovia. Alla fine del XIV secolo la città si estese al di fuori delle mura che circondavano la Città Vecchia: sorse così la Città Nuova. Intorno alla metà del XVI secolo, dopo la morte dell’ultimo duca di Masovia, Varsavia fu eletta a capitale dello stato della Polonia. Con l’occupazione e la distruzione della città da parte degli svedesi nel 1655 inizierà per la città un lungo periodo in cui si alterneranno occupazioni e distruzioni, che culmineranno con la sua quasi completa distruzione per mano dei tedeschi, nel 1945, a seguito della rivolta di Varsavia. Il centro storico fu poi ricostruito grazie anche alle opere del Canaletto e fu dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Vicino al bastione conservato ci sono delle bancarelle, ci fermiamo ad assaggiare un Pirogi vegetariano. I turisti in giro sono pochi. Qualcuno si affretta per assistere alla messa di Pasqua nella Cattedrale di San Giovanni. Gli edifici sono colorati e eleganti, i tetti sono fatti per sopportare nevicate e piogge.

La città vecchia, Varsavia

Gli edifici sono ornati con decorazioni dipinte molto belle. I bar e i ristoranti sono quasi tutti chiusi. È piacevole passeggiare per le strade che sembrano ancora addormentate.

Piano piano siamo attirati dal fiume Vistola che scorre placido nel suo enorme letto. Scendiamo verso il suo corso. Nel parco che incontriamo molte famiglie stanno portando a passeggio i i cani. Il fiume ci ipnotizza: è gonfio d’acqua e scorre via senza un ripensamento. Il sole sparisce, oscurato da delle nuvole nere che ci hanno raggiunto senza preavviso.

La città vecchia, VarsaviaL’aria raffresca. Si sentono dei tuoni. Decidiamo di tornare verso il centro e di fermarci a mangiare qualcosa, ma non ce la facciamo a raggiungere un posto al chiuso, l’acqua comincia a scendere con una grande violenza. Gli ombrelli vengono rigirati dal vento. Ci ripariamo in un Subway e mangiamo un panino seduti di fronte ad una vetrata che da su una strada principale. Iniziamo ad osservare il curioso comportamento dei polacchi che noncuranti della pioggia continuano a magiare il gelato e a passeggiare come se nulla fosse. Solo gli anziani sembrano usare gli ombrelli. Elaboriamo una complessa teoria in base alla quale la pelle e i capelli dei polacchi sono idrofobi. Andiamo poi verso il ghetto, il più grande ghetto europeo, di cui però non rimane molto. VarsaviaCenare la sera di Pasqua a Varsavia è molto difficile. Alla fine troviamo tre ristoranti aperti, tutti e tre italiani (e noi odiamo mangiare italiano all’estero!)

2° giorno a Varsavia

Il giorno dopo andiamo al bellissimo parco Lazienkowski, 76 ettari in cui si può passeggiare nella tranquillità dei boschi e dei curati giardini, tra specchi d’acqua, laghetti e fontane, attraversando ponticelli fiabeschi e ammirando edifici e strutture particolari nonché molti animali tra cui tantissimi scoiattoli rossi.

IMG_9993

Un pavone ci incanta con la sua bellissima ruota e con la sua pressante corte ad una pavona che non era per niente interessata a lui. Le anatre navigano silenziose negli stagni, lasciando dietro a se una scia che lentamente si disperde dopo il loro passaggio. Uno strano uccello con una cresta sulla testa ci colpisce molto. Gli scoiattoli rossi con le loro lunghe code corrono dappertutto, scavano alla ricerca di ghiande, sgranocchiano, sotterrano e se ne vanno. Andiamo poi al vicinissimo castello di Ujazdow, che però non ci è piaciuto in modo particolare.

Prendiamo il tram numero 10 per andare al Museo dell’Insurrezione. Purtroppo non potremmo visitare il Museo della Scienza, poiché riapre il giorno della nostra partenza, visitare Varsavia per Pasqua è abbastanza disagevole, poiché molto posti sono chiusi, come peraltro avevamo letto. Scendiamo in mezzo agli altissimi grattacieli a specchio, al limite sud dell’antico ghetto, di cui oggi rimane solo qualche edificio decadente.

Varsavia

Arriviamo allo stupefacente e imperdibile Museo dell’Insurrezione (14 PLN) allestito nell’edificio in mattoni rossi che accoglieva una centrale elettrica dei tram. Il museo documenta la rivolta dell’Esercito polacco e dei polacchi stessi per liberare la città dall’occupazione nazista prima dell’arrivo delle truppe sovietiche (1/08 – 2/10/1944). Appena varcata la soglia del museo siamo accolti dal rumore di mitragliette ed esplosioni che riecheggiano ovunque e che subito ci trasportano nel lontano 1944.

Il dramma della guerra e la disperazione ci si incollano addosso grazie a questi suoni, all’illuminazione soffusa, ai filmati, ai manifesti e ai reperti disseminati con destrezza ovunque. Nella sala più grande c’è un bombardiere russo originale, che sembra si stia per schiantare al suolo, e moltissime armi usate durante il conflitto. In una saletta del piano superiore si sente solo l’assordante rumore dei passi dei soldati in marcia. Pagando 2 PLN in più è possibile assistere ad un breve ma significativo filmato 3D sulla distruzione della città. Consigliamo vivamente a tutti coloro che si trovino a Varsavia di visitarlo.IMG_0048

La sera finalmente riusciamo a cenare in un ristorante polacco ed a assaggiare i famosi Pirogi, che però non ci hanno convinto molto.

Varsavia è una città piacevole, a tratti commovente (visita al museo dell’Insurrezione), dove passato e presente convivono armoniosamente, vi raccomandiamo però, se potete, di non visitarla per Pasqua perchè la maggior parte dei ristoranti e bar sono chiusi e anche molte attrazioni.

 

5 Risposte a “Varsavia in tre giorni”

  1. Varsavia è una di quelle mete che ryanair mi sbatte sempre in faccia con prezzi bassissimi, ma non mi ha mai attirato molto. In realtà, è perché non la conoscevo proprio, dal tuo racconto almeno una visita se la merita!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.