La nostra tragicomica esperienza nel deserto del Thar

Il deserto è di solito sinonimo di asperità ma ai giorni d’oggi viene in genere preso in considerazione dai viaggiatori soprattutto per il suo aspetto poetico, magico e misterioso. Chi non ha desiderato almeno una volta nella vita di trascorrere una notte disteso su una duna con gli occhi fissi sulla volta stellata e il buio assoluto intorno a sè?Deserto del Thar

Noi memori delle nostre due notti nel deserto del Wadi Rum (Giordania), volevamo replicare quella idilliaca esperienza durante il nostro viaggio in India e così, pur andando contro il nostro progetto iniziale (che partiva dalla considerazione diametralmente opposta: siamo stati così bene che sarà difficile reggere il confronto), abbiamo preso accordi per una cavalcata a dorso di cammello al tramonto e un pernottamento in bivacco sulle dune di Khuri, con rientro in hotel per l’ora di pranzo.Deserto del Thar

Ma procediamo con ordine perchè non tutti sanno che in India, nel Rajasthan, si trova il settimo deserto per estensione del mondo: il deserto del Thar, solcato da migliaia di piste carovaniere che per centinaia di anni hanno trasportato le pregiate stoffe cinesi e le spezie indiane in Persia e in Asia Minore. I commerci erano così redditizi tanto da permettere ai signori locali di abbellire i propri palazzi fino a formare la splendida città di Jaisalmer, l’ultima sul deserto del Thar, prima di arrivare in Pakistan. La sempre maggior sicurezza dei trasporti via mare e l’apertura di porti importanti come quello di Bombay hanno decretato la lenta fine di questo tratta commerciale le cui origini si perdono nella nascita stessa del deserto.il villaggio di Khuri, deserto del Thar

C’erano tutte le premesse per una notte indimenticabile, almeno secondo noi. Eravamo in compagnia di quattro coreani, gentili e simpatici, la nostra guida era preparata e disponibile. La cavalcata a cammello era andata anche troppo bene e i muscoli delle nostre gambe avevano reagito con una plasticità inaspettata.

Una volta fermatici per far approntare il bivacco ai cammellieri, abbiamo iniziato a correre su e giù per le due, a saltare ed a divertirci, fino a che due grosse gocce d’acqua caduteci sulla testa non ci hanno fatto guardare di sbieco verso il cielo, con aria interrogativa: possibile che stia piovendo? Vedere le nuvole plumbee sopra di noi non ci ha certo confortato. In un’attimo le gocce si sono fatte più fitte e rapide, tanto che abbiamo dovuto ripararci sotto un telo portato previdentemente dalla nostra guida. In un attimo diluvia. Iniziamo a ridere divertiti: quando mai ci ricapiterà di veder piovere nel deserto? Un’esperienza unica!Deserto del Thar

Dopo un bel po’ la pioggia si ferma, ma mentre ceniamo inizia nuovamente a schizzettare. Gaji, la nostra guida, mentre siamo seduti intorno al fuoco, in un’attimo di clemenza del cielo, ci dice che in caso di forte pioggia ci avrebbe trasportato alla sua Gaji Guest House B&B, una serie di capanne nel villaggio di Khuri. Ben presto però capiamo che il suo concetto di forte pioggia è molto differente dal nostro: lui e i cammellieri si bagnano stoicamente senza sembrare accorgersene. Durante la notte la pioggia riprende, forte, loro ci tirano addosso un telo incerato (quello di prima): le mie labbra sfiorano il telo umido che si abbassa e si alza al ritmo dei nostri respiri. La sensazione è quella di essere in uno di quei sacconi per cadaveri che si vedono nei polizieschi.

Deserto del TharSiamo parzialmente coperti dai sacchi a pelo (anche se qui la notte rispetto al Wadi Rum non fa per niente freddo), il caldo inizia a farsi sentire, di più sempre di più, finchè io e Samu non capiamo che la nostra temperatura bollente è dovuta dalla febbre alta: gli arti ci fanno malissimo, il nostro letto di sabbia ci sembra ora un letto di cemento (la sabbia si è indurita con la pioggia e le dune si sono abbassate come ci aveva già spiegato Gaji). A completare questo quadro quasi ideale arriva il tanto temuto disturbo gastro-intestinale, che in India è sempre in agguato, e che contribuisce a determinare la nostra capitolazione: non è facile gestire una diarrea in mezzo alle dune, come potete immaginare.Deserto del Thar

Non voglio tediarvi con particolari poco ameni ma vi basti di sapere che una volta, dopo essermi allontanata dal bivacco, in preda alla febbre a 40°, come avremmo poi scoperto, ed al mal di pancia, non riuscivo più a ritrovarlo tanto che sconsola mi sono seduta su una duna convinta che avrei dovuto aspettare l’alba in quelle condizioni (fortunatamente poi in me è tornato un barlume di energia e ce l’ho fatta a ritrovarlo!).

La mattina intirizziti dall’umidità e sempre febbricitanti ci siamo fatti portare in una delle capanne di fango della Gaji Guest House B&B di Khuri e poi una volta in albergo ci siamo finalmente curati con le medicine portati da casa. Prima di lasciare le dune uno sprazzo tra le nuvole mi ha fatto intravedere per qualche secondo una favolosa alba rosata.il villaggio di Khuri, deserto del Thar

Insomma come avrete capito non conserviamo un buon ricordo di quella nottata nel deserto del Thar, ecco il perchè del nostro titolo.

Indipendentemente dalle nostre disavventure comunque abbiamo trovato questo deserto ben poco “selvaggio”, ovunque si possono vedere le pale eoliche, iniziativa sicuramente più che lodabile per aspetto delle risorse energetiche, ma deprecabile per l’inquinamento visivo che generano, contribuendo a diminuirne il fascino. Al tramonto sulle dune, seppure il tempo fosse molto nuvoloso, abbiamo trovato una ventina di persone (è bastato spostarsi un poco per essere soli). In definitiva se siete a Jaisalmer, non siete mai stati in un deserto e avete una notte a disposizione potete anche provare a fare l’esperienza di una notte in un bivacco, altrimenti non ve lo consigliamo. Tra i pro dobbiamo dire che le dune sono molto belle.
il villaggio di Khuri, deserto del Thar

Informazioni pratiche il deserto del Thar

Il deserto del Thar è composto da steppa desertica e da alti ed estesi banchi di dune, i maggiori sono quello di Sam, più turistico e quello di Khuri, meno frequentato ma comunque molto conosciuto.

Siamo partiti da Jaisalmer alle 16  per arrivare con una jeep al villaggio di Khuri un’ora dopo. Dopo una breve pausa per un tè alla guesthouse siamo saltati in groppa al cammello e ci siamo diretti verso le dune che si intravedevano sulla linea dell’orizzonte. Deserto del Thar, albaDopo la cavalcate e le foto ci siamo fermati e nella depressione tra due dune è stato fatto un fuoco per cucinare. Dopo cena ci siamo addormentati sotto il cielo nuvoloso (niente stelle per noi, se non per qualche breve minuto durante il quale ho visto una stella cadente!). Dopo la sveglia l’alba, era prevista la colazione (che noi non abbiamo fatto, per ovvi motivi), una cavalcata a dorso di cammello per un’oretta e il rientro al villaggio di Khuri e da lì a Jaisalmer.

Cosa serve per un’escursione nel deserto del Thar:IMG_4084

  • un sacco a pelo (ma non temete se non lo avete ve lo fornirà  colui con cui farete l’escursione);
  • pantaloni lunghi e maglia a maniche lunghe per ripararsi dal sole cocente (quando c’è);
  • un turbante o un cappello per coprire la testa;
  • repellente per zanzare;
  • una torcia;
  • qualche medicinale, vista la nostra esperienza, non si sa mai! 😉

 

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