Andare da Pushkar a Jaisalmer

Se anche voi come noi avete in mente un pazzo tour alla scoperta del Rajasthan, probabilmente vi troverete a vagliare l’ipotesi di andare da Pushkar a Jaisalmer, seppure la maggior parte dei turisti e dei viaggiatori scelgano di arrivare a Jaisalmer dalla più comoda Jodhpur.Andare da Pushkar a Jaisalmer

Avendo poco tempo a disposizione e avendo necessità di prendere il volo che da Jodhpur va a Varanasi, abbiamo scelto di non passare per due volte nel solito posto e di tentare questa tratta “poco (o per niente) battuta” dagli occidentali: ne è venuto fuori uno di quei viaggi indimenticabili, che nei nostri ricordi rappresentano forse uno dei momenti più significativi del nostro itinerario in Rajasthan di 15 giorni.

Andare da Pushkar a Jaisalmer

Per andare da Pushkar a Jaisalmer, distanti ben 450 km circa si può scegliere se prendere il treno da Ajmer che in 9 ore e mezza arriva a destinazione oppure l’autobus.

L’autobus ha il vantaggio di partire direttamente dalla polverosa stazione di Pushkar e di non essere soppresso a causa di eventuali inondazioni, come ci è successo per la tratta Jaisalmer – Jodhpur. Nella stagione delle piogge la scelta delle compagnie si riduce ad una manciata e nessuna che sia minimamente paragonabile agli standard europei degli autobus di linea. Acquistiamo i biglietti per i posti sleepers dal nostro albergatore e poco prima delle 21, orario di partenza dell’autobus attendiamo di fronte all’ufficio della compagnia. L’autobus per un problema di una gomma esplosa ritarda di ben 2 ore e mezzo. Quando lo vediamo arrivare scoppiettante e cigolante ci pentiamo immediatamente della nostra scelta e capiamo che seppure tutti abbiano spergiurato che avrebbe avuto il bagno a bordo, ce lo potevamo scordare., l'attesa

Appena saliti il controllore fa scendere due tizi da una cuccetta posta al secondo piano (per così dire! I posti sleepers sono tutti così) dove nei nostri pullman si trova lo spazio per i bagagli. Il materassino su cui ci troviamo sdraiati appena ci arrampichiamo è comodo ma lurido e l’odore non è dei migliori. Una finestra lunga ed alta tutto lo spazio della cuccetta permette di non morire di caldo e di arieggiare il piccolo locale, chiuso dalla parte del corridoio dell’autobus attraverso un pannello scorrevole di pexliglass e da una tendina. Devo dire che non ci sentiamo molto a nostro agio, la finestra è talmente ampia che rischio di volare di sotto ad ogni curva (o sbandata), ma piano piano, usando i nostri zainoni come cuscini ci adattiamo e, nonostante le continue strombazzate (chi è stato in India non potrà mai dimenticare il suono dei  clacson degli autobus), grida e scosse, ci addormentiamo. Ogni tanto aprendo gli occhi vedo che stiamo transitando su strade di ogni tipo, sterrate, asfaltate, coperte di sabbia del deserto. La notte stellata è stupenda e quando comincia ad albeggiare da sotto le palpebre intravedo l’alba che si fa strada nelle tenebre e sento il suono di misteriose puja che risuonano nel nulla di quel paesaggio desertico. Ogni tanto lo smog invade l’abitacolo e l’aria è veramente irrespirabile. Verso le 8 del mattino ci risvegliamo, riposati e sorpresi per quanto il viaggio si sia rivelato piacevole. Ci attendono ancora due ore di autobus e poi veniamo scaricati su una rotatoria con gli altri passeggeri.

Durante tutto il viaggio non abbiamo ingerito neppure una sorsata d’acqua onde evitare il problema pipì, i bagni delle stazioni di servizio sono in genere inutilizzabili e fare i propri bisogni all’aria aperta non è molto consigliato in India poichè è una delle principali occasioni per gli episodi di violenza, anche per questo motivo numerose sono le campagne volte a promuovere la diffusione e l’utilizzo delle toilette.

Come detto il viaggio non è stato così traumatico come avevamo temuto durante la prima ora, ma sicuramente è stato caratteristico, tipico e inusuale.

Per andare da Puskhar a Jaisalmer il pullman ha impiegato sulle 9 ore.

 

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