Lassù sulle Apuane c’è un piccolo borgo…

Vinca non è solo il modo congiuntivo del tempo presente alla terza persona singolare, è anche un piccolo borgo montano circondato dalle cime aguzze delle Alpi Apuane.

VincaNoi non lo conoscevamo prima di ricevere un invito da una nostra amica che lo frequenta spesso.
Dopo aver lasciato dietro di noi Aulla (uscita autostrada) abbiamo attraversato una serie di borghetti dal sapore antico e umido fino a che non siamo giunti al ponte di Monzone (o ponte di santa Lucia), un ponte molto carino, dove nel 1944 accadde un evento tragico: vi fu infatti trucidato il prete di Vinca. Sulla destra vediamo il borgo di Monzone Alto (molto grazioso), abbarbicato su una cresta di roccia e posto a controllo della valle dominata da Vinca. La strada si snoda lungo i versanti e lentamente ci conduce alla scoperta di questa rigogliosa valle, scavata dal torrentello quasi in secca, il Lucido di Vinca.Vinca
Dopo una serie di tornanti finalmente approdiamo a Vinca. Parcheggiamo l’auto nella piazzetta principale sulla quale si affaccia il negozio di Alimentari. Con la macchina non è possibile salire oltre: le strade dell’antico borgo sono strette, poiché non pensate per i nostri mezzi di trasporto.
Anche se è fine aprile, l’aria è pungente (siamo a 900 metri di altezza) e odora di camini accesi. Dai comignoli su i tetti di ardesia (e di tegole normali) esce un fumo bianco che non credevamo di trovare. E pensare che siamo a circa 40 km dal mare. Forse proprio per questa vicinanza una leggenda vuole che il paese sia stato fondato da alcuni abitanti della costa che fuggivano da un’incursione dei Mori.
Le montagne lo circondano su tutti i lati e all’orizzonte non si vedono altri paesi. Vinca è un borgo solitario, collegato al resto del mondo solo da l’unica strada che abbiamo percorso per arrivare. Un signore esce dal negozio di Alimentari con del pane in una busta; è anziano e si muove con estrema lentezza. La maggior parte degli abitanti sono come lui. Il paese si è spopolato ormai da anni, anche se alcuni giovani resistono. Le case sono tutte costruite in pietra grigia scura e quasi si confondono con il cielo nuvoloso. Il silenzio sembra quasi irreale.

VincaVinca è famosa per il suo pane, per il lardo prodotto dai suoi abitanti nelle vasche di marmo che potete vedere ancora girando per il paese (simile a quello di Colonnata) e per le castagne. Il borgo è infatti circondato da boschi di castagni secolari che con i loro enormi tronchi incutono quasi un senso di timore. Le castagne venivano poi essiccati in alcuni forni e poi utilizzate per produrre la farina di castagne. Purtroppo negli ultimi anni il raccolto non è andato molto bene e la farina prodotta è stata poca. Di questo viveva la popolazione qua, e del lavoro offerto dalle Cave di Marmo.

VincaA causa del maltempo dobbiamo rimandare la nostra escursione a data da destinarsi: da qua partono infatti molti sentieri escursionistici (a circa un paio d’ore a piedi da Vinca è possibile raggiungere la Capanna del Garnerone, un rifugio). Abbiamo così modo di fare una visita al monumento dei Caduti, nel piccolo Cimitero, da cui si gode una favolosa vista sulle montagne. Purtroppo questo tranquillo paese fu teatro di una delle più terribili stragi compiute dai nazisti durante la quale 173 abitanti rimasero uccisi. Il 24 agosto si celebra l’anniversario del giorno funesto in cui ebbe inizio la strage, che durò fino al 27 agosto. I nazisti arrivarono a Vinca per vendicare un soldato tedesco deceduto durante un assalto dei partigiani lungo la strada Vinca-Monzone, aiutati anche dalle Brigate Nere di Carrara che condussero i tedeschi lungo i sentieri dei boschi in cui si rifugiava la popolazione locale. Molti di coloro che riuscirono a salvarsi morirono però il giorno seguente quando i nazisti tornarono sulle loro camionette, non ancora paghi di quanto fatto.

Un fatto terribile e drammatico che non è balzato agli onori della cronaca come altre stragi naziste, ma che merita di essere ricordato. È anche per questo che siamo felici di aver scelto di festeggiare il 25 aprile, la festa della Liberazione in questo idilliaco borgo che porta su di se il peso di una storia tragica.La strage di Vinca, lapide

Vinca

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Una risposta a “Lassù sulle Apuane c’è un piccolo borgo…”

  1. lasciato il paese,in direzione la foce,dove penso non ci sia ancora il tunnel,il primo o il secondo ruscello,sulla sx ha delle formazioni assimilabili alle marmitte dei giganti,con dighe naturali e artificiali e forse ancora resti di vecchie teleferiche.Pregevole e facile il sentiero da sopra il paese alla prada,lamponi mirtilli e più su,sotto il pizzo camomilla e nocciole.che tempi!

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