Perchè non ci è piaciuta Siem Reap

Se sei interessato a visitare le favolose rovine dei templi del complesso dell’Angkor Wat sicuramente alloggerai a Siem Reap (Cambogia). La posizione di Siem Reap è infatti ideale per visitare i templi e anche per raggiungere il lago Tonle Sap, su cui galleggiano alcuni villaggi molto affascinati.Perchè non ci è piaciuta Siem Reap

La città offre numerosissimi alloggi da cui partire alla scoperta della zona. Noi abbiamo dormito presso Schein Guesthouse & Restaurant e oltre ad un’ottima accoglienza e una colazione squisita abbiamo potuto usufruire di molti servizi come il noleggio bici, la prenotazione di tour ecc…, e abbiamo ricevuto preziosissimi consigli (il tutto per 14 $ a camera). Nella scelta della sistemazione per la notte vi consigliamo di basarvi anche sui servizi offerti: abbiamo conosciuto due ragazzi che spendevano molto più di noi (avevano la piscina) ma il loro hotel non aveva un bancone per le escursioni ed hanno dovuto faticare un po’.

Nonostante quindi non potessimo trovare una sistemazione migliore Siem Reap non ci è piaciuta: non per colpa della città stessa o dei cambogiani, un popolo squisito, ma per il modo in cui è stato strutturato il turismo (la maggior parte delle attività per turisti sono in mano a stranieri). La città di Siem Reap, ci hanno spiegato, è divisa in due parti: una dedicata completamente ai turisti e ha il suo centro in Pub Street, l’altra è per gli abitanti del posto. Anche se non ce lo avessero spiegato, non sarebbe stato difficile da capire: nelle strade nei dintorni di Pub Street, la strada principale dove si svolge la movida, si vedono solo turisti che si aggirano per locali in stile americano, pub, ristoranti. Camminare per questa parte di Siem Reap non vi aiuterà a farvi un’idea dello stile di vita dei cambogiani: solo qualche bancarella di frutta o di frullati e qualche mendicante vi ricorderà che siete in Cambogia. Quello che ci ha lasciato più allibiti è proprio la necessità di molti presunti viaggiatori e dei turisti di ritrovare quello che hanno lasciato a casa: va bene vedere monumenti esotici e villaggi, ma la sera non rinunciano certo alle comodità e alla mondanità. Ci è sembrato un controsenso pazzesco per tutti coloro che si recano nella zona per motivi di turismo.

A Siem Reap si trova di tutto dalle prostitute all’MDMA, passando per i funghetti allucinogeni e l’eroina. Basta girare per strada e qualcosa ti verrà offerto.

Turisti e viaggiatori non osano allontanarsi da quella trappola che è il centro, costruito ad hoc per loro; ma basta prendere qualche stradina e camminare per poche decine di metri per trovare la vera Siem Reap, quasi senza turisti, con piccoli empori dove si vende di tutto e con prezzi adeguati al luogo. Fin dalla prima sera troviamo anche il ristorante Damnak Meas (Voat Damnak,Krong Siem Reap,Cambogia) in cui torneremo quasi tutte le sere. Non è elegante e alla moda, è frequentato quasi esclusivamente da persone del luogo, i prezzi sono ragionevoli, il cibo è ottimo e l’offerta dei piatti disponibili è anche troppa.

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A parte la sera, non abbiamo trascorso molto tempo a Siem Reap, eravamo troppo presi dai numerosissimi templi della zona.

Usando come base Siem Reap abbiamo visitato i templi dei Piccolo Circuito (in bicicletta) e del Grande circuito (col tuk-tuk) in 2 giorni (per maggiori informazioni: Angkor Wat: in 3 giorni). Il terzo giorno siamo andati a Kbal Spean, dove favolosi bassorilievi si trovano nel e lungo il corso di un ruscello e a Beng Malea, il più selvaggio dei templi di Angkor. Il quarto giorno lo abbiamo dedicato all’escursione a Kompong Phluk, un villaggio galleggiante veramente affascinante.

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Siem Reap

Durata soggiorno: 5 notti

Arrivo: volo della Vietnam Airlines da Luang Prabang. L’aeroporto dista dal centro di Siem Reap 4/5 km. La nostra guesthouse Schein Guesthouse & Restaurant ha provveduto a farci venire a prendere da un tuk tuk, senza costi aggiuntivi poiché avevamo prenotato per più di 2 notti.

3 Risposte a “Perchè non ci è piaciuta Siem Reap”

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  2. Avete espresso esattamente la stessa sensazione che abbiamo avuto anche noi a Siem Reap, ma in generale un po’ in tutta la Cambogia: la svendita della propria cultura in nome del turismo globale.
    Solo in un villaggio remoto siamo riusciti a vivere al 100% la Cambogia e, che dire, è stato meraviglioso.
    Spero davvero che i cambogiani riescano a cambiare direzione al loro paese e riaffermare la loro cultura originale come centro nevralgico del turismo invece di inseguire i modello occidentali.

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