La Toscana si sa è ricca di castelli, oggi vi vogliamo parlare del Castello di Sassoforte (Grosseto) fu edificato probabilmente intorno al X-XI secolo sul massiccio di Sassoforte, a quasi 800 metri di altezza. Fu a lungo proprietà della potente famiglia degli Aldobrandeschi, fino a che finì nell’orbita senese. Il castello venne però precocemente abbandonato, la popolazione si trasferì infatti nel più recente insediamento di Sassofortino.
Come arrivare al castello di Sassoforte
Per visitare la fortificazione è necessario arrivare al paese di Sassofortino, da lì si deve prendere una stretta strada che porta al piccolo, ma grazioso, parco comunale (segnalato), dove è possibile parcheggiare l’automobile. Attraversato il parco a piedi, si segue il sentiero che passa di fianco ai campini da calcio e si continua a seguire la strada, che si allarga e diventa sterrata. Dopo un po’ di fronte ad un cancello di legno troverete una strada (sulla vostra sinistra), prendetela (se non la trovate, poco male, più avanti ce ne è un’altra segnalata come percorso CAI) e continuate a salire.
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La passeggiata fino al Castello di Sassoforte
Il bosco si articola su entrambi i lati della strada, qualche raggio di sole filtra attraverso le chiome dei secolari castagni e illumina le foglie facendone risplendere i bellissimi colori autunnali. La stagione migliore per compiere quest’escursione è l’autunno.
Il tappeto di foglie sotto i nostri piedi non scricchiola, l’umidità lo ha bagnato e si sente solo il pesante fruscio che producono i nostri piedi spostando le foglie o i loro frammenti. Nascoste tra esse ci sono numerose castagne e ricci. Iniziamo a vedere enormi costoni di roccia ricoperti di una morbida e verde borraccina. Dopo la bella e lunga camminata arriviamo sula sommità: altissime pareti in pietra ci accolgono lasciandoci senza fiato. Gli alberi ne impediscono una completa visuale. Il castello è abbandonato da moltissimo tempo, la natura si è ripresa questo spazio, ormai da secoli.
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Ci sentiamo ospiti, quasi camminiamo in punta di piedi, tra queste mura, alte, tra questi alberi, tra queste foglie. Ci aggiriamo così come spettri, senza una meta in questo castello dimenticato, ammirandone i particolari costruttivi. Poi arriva la pioggia: da abili e previdenti escursionisti siamo partiti nonostante le nubi nere sopra le nostre teste. Sentiamo prima una goccia, poi un’altra. Il ticchettio sulle foglie diventa sempre più rapido. Ci voltiamo per un ultimo sguardo e corriamo come lepri, sperando di non tornare alla macchina completamente fradici. Fortunatamente ora la strada è in discesa. Quando arriviamo all’auto comincia a piovere ancora più forte. Consigliamo vivamente la visita al castello, ma mi raccomando, fate attenzione al tempo!
Molto graziosa è anche la vicina Roccatederighi.
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